Mafia, quattro arresti della Dda: bomba sotto l'auto di un'avvocatessa, aveva leso "prestigio" criminale

 Mafia, quattro arresti della Dda: bomba sotto l'auto di un'avvocatessa, aveva leso "prestigio" criminale

Ancora un colpo piazzato dal commissariato di Pachino contro la criminalità organizzata che tenta di condizionare la vita della cittadina siracusana. Quattro ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite nella mattinata. Ad emetterle la Direzione Distrettuale Antimafia di Catania. Gli arrestati sarebbero vicini al clan Giuliano. Si tratta di Giuseppe, Simone e Andrea Vizzini, di 54, 29 e 24 anni. Nella tarda mattinata si è costituito Giovanni Aprile, 40 anni. Le indagini hanno preso le mosse da un preciso episodio: a dicembre dello scorso anno, un ordigno esplosivo rudimentale venne piazzato sotto l’auto di un avvocatessa che, in qualità di curatrice fallimentare, stava apponendo i sigilli ad un distributore di carburante gestito dalla moglie di Giuseppe Vizzini, Franca Corvo. All’uomo viene anche contestato il reato di minaccia e violenza a pubblico ufficiale aggravato dalle modalità mafiose. All’avvocato Quattropani, infatti, a febbraio 2017, Vizzini avrebbe chiesto se avesse dei figli, ricordandole anche della morte del cognato per un regolamento di conti. L’obiettivo sarebbe stato quello di interrompere l’iter per l’apposizione dei sigilli al distributore di carburante.Simone Vizzini, ricevuto un accendino da Giovanni Aprile, avrebbe piazzato l’ordigno sotto l’auto dell’avvocatessa, facendolo esplodere e poi disfacendosi della felpa che indossava e consegnandola al fratello Andrea, che avrebbe svolto la funzione di “palo”. Aprile avrebbe anche pedinato, nelle fasi precedenti, a bordo di una Bmw.
Le modalità dell’attentato risultavano indicative non solo di una particolare forza criminale derivante dalla vicinanza degli autori dei reati al clan Giuliano,ma rappresentavano, per gli inquirenti, una risposta all’ “offesa” costituita dalla coattiva sottrazione del distributore di carburanti idonea a ledere il prestigio criminale del clan sul territorio.

Ad acclarare i legami degli indagati con il clan  ed il boss Salvatore Giuliano, alcuni dialoghi registrati tra Giuseppe Vizzini e lo stesso Giuliano, dai quali emergeva la condivisione di propositi criminali e il comune interesse alla difesa della “reputazione”, nonché la sussistenza di rapporti imprenditoriali, atteso che il figlio di Giuliano ed il figlio di Vizzini  sono i due titolari dell’impresa agricola “La Fenice” avviata nel 2013 e attiva nel settore della produzione ortofrutticola. Andrea Vizzini è l’unico posto ai domiciliari.

 

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