Augusta. Precari appesi ad un filo, sospeso il contratto per 85. "Colpa di Stato e Regione"

 Augusta. Precari appesi ad un filo, sospeso il contratto per 85. "Colpa di Stato e Regione"

Parla di rabbia ed indignazione il sindaco di Augusta, Cettina Di Pietro. “Per la prima volta abbiamo dovuto deliberare la sola proroga giuridica dei rapporti di lavoro a tempo determinato degli 85 lavoratori precari del comune di Augusta”, spiega. Vale a dire che “a partire da domenica, per la polizia municipale, e da lunedì per i rimanenti uffici, 85 padri e madri di famiglia non lavoreranno e non percepiranno alcuno stipendio”.
Sospesa, quindi, l’esecuzione del contratto di lavoro, “fintanto che Stato e Regione non ci metteranno in condizione di disporre una proroga del rapporto di lavoro effettiva”.
Il sindaco non nasconde la sua preoccupazione anche per la ricaduta sulla stessa macchina municipale: “dovremo provvisoriamente rinunciare ad un terzo della forza lavoro con conseguenti, inevitabili disagi anche sui servizi prestati ai cittadini”, dice la Di Pietro.
Che poi spiega nel dettaglio cosa è accaduto negli ultimi mesi. “Fin dal 28 dicembre dello scorso anno, data nella quale è stata promulgata la legge finanziaria nazionale che ha stabilito che il pagamento dei salari dei dipendenti precari per l’anno 2016 fosse integralmente a carico della Regione, temevamo che Palermo non sarebbe stato in grado di rispettare questa legge, mettendo in ginocchio il nostro come tutti i rimanenti Comuni siciliani nelle medesime condizioni”, l’accusa del sindaco pentastellato.
“Oggi ci troviamo con le spalle al muro” e la colpa – insiste Cettina Di Pietro – è della Regione. “Sono trascorsi sei lunghi mesi fatti di audizioni, di difficili e serrati incontri con le sigle sindacali, di comunicati al vetriolo nei quali venivamo accusati di torturare e perseguitare inutilmente i precari perché la Regione ci avrebbe messo tutti i soldi consentendo di prorogarli allo stesso orario intero del 2013, fino alla fine dell’anno. Oggi ci rimane solo l’amara consolazione di dire che avevamo ragione a fare le formiche, riducendo precauzionalmente l’orario di lavoro per centellinare le esigue risorse fornite dalla Regione, tanto esigue che giorno 18 i fondi messi a nostra disposizione saranno esauriti”.
Si parla di somme che arriveranno, di segnali positivi della Regione su emendamenti e altro ma “è arrivato il momento di dire basta, di avere il coraggio di dire in faccia ad 85 persone che il loro futuro lavorativo e’ appeso ad un filo, un filo manovrato dal nostro Governo nazionale che tarda ad emanare la norma di sblocco dei 500 milioni congelati in bilancio e dalla nostra Regione che con quella somma deve distribuire quanto dovuto ai Comuni”, l’affondo del sindaco di Augusta.

 

Potrebbe interessarti