Avola. Recuperate le ossa del misterioso scheletro sulla scogliera. La verità dagli esami di laboratorio

Altro che episodio alla “Cold Case”, la popolare serie tv in cui abili investigatori risolvono delitti del passato. Il “caso” dello scheletro trovato sulla scogliera del lungomare di Avola ha trovato la sua soluzione senza necessità di ricorso ad archivi o scandagliare il passato. Non quello recente, almeno. Perchè i test eseguiti sulle ossa trovate incastonate sugli scogli hanno rivelato la verità: i resti che i Carabinieri di Noto si sono trovati davanti sono un reperto archeologico. Risalirebbero ad un epoca piuttosto antica e a dirlo è il carbonio 14. L’unità operativa dei Beni archeologici della Soprintendenza ha preso in consegna le ossa per ulteriori accertamenti.  Il fatto che lo scheletro dell’uomo sia stato trovato a diversi metri di profondità farebbe inoltre presumere che il cadavere sia stato seppellito proprio lì. E c’è chi chiede una organica campagna di scavi nella zona tra Borgellusa e Gallina, che potrebbe riservare ancora soprese tra il Dolmen Ciancio e la villa romana. I resti umani erano stati notati due giorn i fà da alcuni pescatori, da cui è partita la segnalazione alle forze dell’ordine. L’area è stata  sequestrata. Poi l’intervento, come è previsto in questi casi, del magistrato e del medico legale. Dai primi rilievi sembrava che il “giallo” fosse di difficile, se non impossibile soluzione. Immediata o quasi, invece, la svolta