Avola. Tentata estorsione a un'impresa impegnata nella costruzione di una clinica, indagini della Dda: due arresti

Dovranno rispondere di tentata estorsione in concorso e detenzione illegale di arma Paolo Zuppardo, 41 anni e Giuseppe Capozio, 31, entrambi già noti alle forze dell’ordine, arrestati  a seguito di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimagia di Catania. Ad eseguire l’ordinanza di misura cautelare emessa dal Gip del tribunale di Catania, i carabinieri della Compagnia di Noto. .
I due uomini, a conclusione di mirata e complessa attività investigativa, sono stati individuati quali autori di un tentativo di estorsione in danno di un imprenditore siracusano incaricato della costruzione di uno stabile da adibire a clinica privata nella prima periferia di Avola.
L’attività d’indagine è partita lo scorso febraio di quest’anno quando i Carabinieri del N.O.R.M. della Compagnia di Noto hanno appreso dell’esplosione di colpi di fucile in direzione di un container utilizzato come deposito per gli attrezzi all’interno di un cantiere edile.
Pochi giorni dopo, il titolare dell’impresa avrebbe ricevuto una telefonata da una cabina telefonica in cui un uomo, presentatosi come colui il quale aveva sparato contro il container, invitava il titolare dell’impresa a cercarsi un “amico”.
L’attività investigativa, condotta con l’ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali nonché con metodiche investigative tradizionali basate sulla conoscenza del territorio e dei soggetti di interesse operativo, ha consentito  di identificare l’autore della telefonata in Capozio: fondamentale, al riguardo, l’analisi delle telecamere di videosorveglianza presenti sul territorio di Avola nei pressi della cabina telefonica utilizzata per la telefonata.
Pochi giorni dopo la telefonata,  il secondo episodio delittuoso in danno del cantiere: la notte tra il 12 ed il 13 marzo, infatti, dopo essersi introdotti nel cantiere, alcuni soggetti hanno dato alle fiamme le porte del deposito attrezzi.
Il 20 aprile,  ulteriore episodio di particolare rilievo: un uomo si presentava all’interno del cantiere e, dopo aver avvicinato un operaio, gli consegnava il proprio numero di telefono cellulare riferendo di essere al corrente di quanto stava accadendo, invitandolo a riferire al titolare della ditta di contattarlo. L’uomo in questione veniva identificato in Zuppardo. Sua, infatti, era l’utenza cellulare riportata sul biglietto manoscritto lasciato agli operai.
Infine, nei primi giorni di maggio, all’interno dell’autovettura utilizzata dai due indagati veniva captata una intercettazione ambientale dal contenuto inequivocabile effettuata mentre si stavano recando dall’imprenditore ad offrire la loro “protezione”. Tale dialogo disvelava  l’intenzione di commettere un ulteriore atto intimidatorio, consistito addirittura nel far cadere un ponteggio, finalizzato a costringere l’imprenditore a cedere alle richieste estorsive corrispondendo delle somme di denaro o, in alternativa, sottostando alle indicazioni di personale da assumere.
Gli arrestati, espletate le formalità di rito, sono stati associati presso la casa circondariale “Cavadonna” di Siracusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Sono in corso ulteriori indagini al fine di acclarare il coinvolgimento di altri soggetti nonché accertare eventuali collegamenti tra gli odierni arrestati e sodalizi criminali di stampo mafioso operanti nella zona sud della provincia di Siracusa.