Benvenuto 2018, ma sta tranquillo: Siracusa persa era, persa è e persa (forse) resta. Tra sporcizia ed abusivi

Dino Cartia, giornalista che ha insegnato la professione a tanti cronisti di oggi, coniò per la sua amata e detestata Siracusa un modo di dire che è entrato nel parlare quotidiano, un’espressione che molti ripetono senza conoscerne l’origine. Cartia disse, e scrisse più di una volta, che “Siracusa persa era, persa è e persa resta”. Visione iconoclasta di passato, presente e futuro immobili, dove niente cambia se non il tempo in cui coniugare fatti e avvenimenti sempre uguali a sè stessi.
Ma se c’è un momento in cui è naturale pensare al futuro, quello è di certo il primo giorno di un nuovo anno. Che si presenta però oggi al presente che ricorda un passato immoto. Insomma, ancora una volta: “Siracusa persa era, persa è e persa resta”. Tutti intenti a battere le mani intorno alle luci colorate che distraggono e allontano dai problemi veri, quelli di ogni giorno.
Per raccontare, allora il primo gennaio del salotto buono di Ortigia – cartina di tornasole delle ambizioni siracusane – bastano due immagini. Piazzale XXV Luglio, recentemente pedonalizzato dall’amministrazione perchè spazio elegante da vivere ed ammirare. In tutto il suo splendore: venditori ambulanti abusivi e spazzatura. Come quella che è stata riversata all’interno dell’area archeologica del Tempio di Apollo che di quel piazzale è meraviglioso incastro. I turisti, che spesso vengono considerati di maggior valore rispetto ai residenti siracusani, fotografavano inorriditi, divertiti nel trovare conferma delle abitudini di “questi meridionali”. E in fondo pare che se qualcuno avesse voluto, pure una lavabiancheria sarebbe tranquillamente potuta finire accanto alle prime colonne erette nella città che fu guida della Magna Grecia.
D’accordo, l’inciviltà di chi sporca e insozza. Ma con migliaia di presenze che – prevedibilmente – si proiettano nel centro storico per festeggiare l’arrivo del nuovo anno e davanti a misure di sicurezza straordinarie, ti aspetti che ci sia un minimo di controllo o della pulizia straordinaria laddove inevitabilmente le presenze sono lievitate. A meno di non cedere ancora all’idea della lavabiancheria di cui sopra.
Pochi passi più in là c’è l’area di sosta (a pagamento) di Riva della Posta. Peccato, però che i parcometri oggi non funzionassero. Alternative? Pagare al posteggiatore abusivo ovviamente in servizio e incrociare le dita sperando di non rimediare persino una multa. Già, gli abusivi. Difficili da battere nonostante lo sforzo (Daspo Urbano) che effettivamente viene profuso. Ma se altre istituzioni e autorità lasciano i vigili urbani ed il Comune da soli davanti al problema, si battano i pugni ai tavoli tecnici in Prefettura incentrati sull’ordine pubblico. I problemi si accumulano ma solo perchè le soluzioni balbettano. Non c’è un responsabile unico, piuttosto un insieme di colpe di sistema. Ed è per questo che Siracusa persa era, persa è e persa resta. Almeno finchè non decide di cambiare schema e fare qualcosa di nuovo: crescere. In questo, serve la guida di una classe dirigente oggi chiusa dentro il palazzo da dove si vedono solo le luci abbaglianti e colorate. I problemi, però, sono altrove.