Siracusa. Rifiuti: "Differenziata al 30% o pesanti ripercussioni per Comuni e cittadini. Non è un'emergenza ma un iter programmato"

 Siracusa. Rifiuti: "Differenziata al 30% o pesanti ripercussioni per Comuni e cittadini. Non è un'emergenza ma un iter programmato"

Non è nuovo  un caso di emergenza rifiuti. Da una serie di fattori, tuttavia, dipenderanno conseguenze in termini di igiene urbana e di costo della Tari a Siracusa e nei comuni della provincia.  L’impianto di Lentini, in cui vengono conferiti anche i rifiuti del Comune di Siracusa, accetta da qualche giorno il 20% in meno di indifferenziati. Per il capoluogo significa 20 tonnellate in meno al giorno. Un limite che riguarderà in primo luogo le discariche abusive. L’Igm darà priorità ai conferimenti regolari di indifferenziato, mentre fino a qualche giorno addietro, effettuava circa 10 interventi al giorno, con le proprie ruspe, per bonificare discariche abusive. Uno stato programmato, quello disposto dal Dipartimento della Protezione Civile lo scorso marzo (dopo la dichiarazione di stato di emergenza in Sicilia dell’8 febbraio precedente). “Chiediamo alla cittadinanza il massimo impegno a differenziare e conferire in modo regolare tutti i rifiuti, così da ridurre al minimo il possibile disagio che si verrà a creare, essendo anche uno dei periodi dell’anno più caldi”, l’invito di “Siracusa si Differenzia”.  L’obbligo di raggiungere il 30 per cento di raccolta differenziata è adesso categorico. Dopo la proroga concessa rispetto alla scadenza di aprile, non sembra ci siano più margini. Solo una la condizione ammessa: collocare fuori regione le eccedenze che separano dal 30 per cento e quindi gli indifferenziati oltre il 70 per cento. Questo vorrà dire costi elevatissimi  (che poi diventeranno Tari dal costo più alto a carico dei cittadini) e vorrà dire anche un complicato iter per i Comuni, che si ritroveranno a dover trasportare i rifiuti indifferenziati in impianti fuori Sicilia, con una gestione straordinaria.

Un quadro decisamente più chiaro arriverà nelle prossime settimane. I dati adesso disponibili sono infatti quelli relativi ai mesi di aprile e maggio. Saranno i numeri di giugno, tuttavia, a far fede. Non è escluso, dunque, che in provincia alcuni comuni che sembrano ancora distanti dal 30 per cento previsto, possano, in realtà, averlo raggiunto. (Pachino sembrerebbe uno di questi, secondo indiscrezioni).

Nulla di quello che sta accadendo, ad ogni modo, è inatteso. I Comuni ne erano tutti a conoscenza dallo scorso inverno e avrebbero dovuto adottare (o hanno adottato) tutte le contromisure necessarie per arrivare alla percentuale stabilita (che è del resto la metà del 65 per cento richiesto dall’Europa).

Un cambiamento da cui, questo sembra certo, non si torna indietro. L’unica strada da seguire è quella di un’accelerazione rispetto alla raccolta differenziata, da perseguire in ogni modo possibile. Una responsabilità dei Comuni e sempre di più una responsabilità dei singoli cittadini. Non si tratta di una misura punitiva. Questo il provvedimento lo esplicita “nero su bianco” e su questo anche Emma Schembari, consulente ambientale e responsabile di Siracusa Si Differenzia, pone l’accento. Si tratta solo di una “misura concretamente necessaria per allontanare gravi scenari emergenziali e da applicarsi in modo ragionevole ed equilibrato. Non paiono rilevanti eccedenze non rilevanti”. Va bene, quindi, anche una percentuale eventualmente leggermente al di sotto del 30 per cento.

 

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