"Crollo del numero degli sbarchi, a che serve il centro di primo soccorso ad Augusta": Vinciullo chiede un passo indietro

 "Crollo del numero degli sbarchi, a che serve il centro di primo soccorso ad Augusta": Vinciullo chiede un passo indietro

Da oltre 23. 500 sbarchi, fra maggio e luglio, nel 2016 a 2.300 sbarchi nello stesso periodo del 2017. Un decremento sensibile quello registrato dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno. Lo sottolinea Vincenzo Vinciullo,secondo cui, a fronte di questi dati, il progetto di realizzazione di un centro attrezzato per primo soccorso ad Augusta diventa molto meno utile rispetto al periodo dell’emergenza, in cui sembrava indispensabile. “Da una analisi dei dati-spiega Vinciullo- si è passati nel 2017 da un picco di 23526 sbarchi al mese, fra maggio e luglio, ai 2327 sbarchi del dicembre scorso. La necessità di realizzare il centro attrezzato per primo soccorso ad Augusta nasceva dalla necessità e dall’emergenza di dover accogliere un numero molto elevato di migranti.L’accordo fra l’Italia e la Libia per la sorveglianza delle coste e uno stretto controllo da parte della nostra Marina Militare ha, di fatto, ridotto al 10% questi sbarchi.E allora, a che serve il centro attrezzato per primo soccorso di Augusta?”. Sbagliato, per Vinciullo, tenere per 4 anni bloccato il porto commerciale. “In tutta questa vicenda, colpisce però l’assenza della Regione Siciliana-osserva l’ex presidente della commissione Bilancio dell’Ars – La stessa Regione, infatti, in virtù dei poteri riconosciuti dallo Statuto Siciliano, che è parte integrante della Costituzione Italiana, ha poteri esclusivi e concorrenti con lo Stato nella gestione delle coste e dei porti.
Di conseguenza, prima di immaginare, e solo immaginare, la realizzazione di questa struttura, sarebbe stato necessario, da parte del Governo nazionale, concordare con il Governo regionale tempi, modalità e luoghi dove realizzare una struttura per accogliere i migranti.
I flussi, però, sono in netto ed evidente diminuzione e pertanto non esistono più le motivazioni emergenziali di qualche mese fa.Di conseguenza, la Regione Siciliana dovrebbe intervenire, con l’urgenza del caso, per far valere le proprie prerogative statutarie.
Questo silenzio assordante da parte del Governo regionale non si giustifica più né tantomeno può essere accettato”.

 

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