Vecchio diploma magistrale, battaglia per riconoscerlo abilitante

Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4

st1\:*{behavior:url(#ieooui) } /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;}

“I diplomati magistrali subiscono l’ennesima delegittimazione dei loro diritti”. Le deputate nazionali del “Movimento 5 Stelle”, Maria Marzana e Silvia Chimienti chiedono il riconoscimento del pieno valore di abilitazione del diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002. Secondo le due parlamentari si tratterebbe di un diritto riconosciuto dal quadro normativo vigente e da precise indicazioni europee. “E’ una discriminazione che si perpetua da oltre 10 anni- protesta la parlamentare pentastellata – ai danni di una categoria di docenti che si è vista negare retroattivamente il valore abilitante del loro titolo di studio, il diploma conseguito entro il 2002”. Con il riconoscimento richiesto dalle due deputate, ai docenti sarebbero riconosciuti i diritti di accesso alle graduatorie di istituto di seconda fascia e di partecipazione ai concorsi nelle scuole statali , in qualità di personale pienamente qualificato e abilitato. Una contraddizione, secondo Marzana, concedere a chi ha conseguito il diploma magistrale entro il 2002 la partecipazione ad un concorso, senza abilitare all’insegnamento. “Parliamo di docenti che hanno formato diverse generazioni di bambini e continueranno a farlo, sostenendo o no il nuovo corso abilitante. Il personale in questione- concludono le due parlamentari –  ha completato un corso di studio che si è concluso con un esame di Stato avente funzione di conseguimento della qualifica professionale e di abilitazione all’insegnamento e presta da anni servizio, non solo nelle scuole dell’infanzia e primarie statali, ma anche in quelle paritarie”.