Dramma Antico, il sindaco diffida il ministero

 Dramma Antico, il sindaco diffida il ministero

Chi alla guida dell’Inda? A chi l’onore e l’onore di presiedere alle decisioni che sovrintendono al prossimo ciclo di rappresentazioni classiche (che coincide con il centenario dell’Istituto del Dramma Antico, ndr)? Le risposte possono essere diverse, almeno due. Dipende dalla prospettiva da cui si guarda la vicenda.
Se si tengono in considerazione le ultime disposizioni ministeriali, almeno fino a dicembre l’Inda è commissariata. Quindi tocca al Commissario Straordinario guidare la macchina organizzativa. E lui è Alessandro Giacchetti, nominato ad aprile dal ministro Ornaghi e scelto perchè, a quel tempo, anche commissario del Comune di Siracusa. La nomina è valida fino a fine dicembre, a titolo gratuito ed a meno di passi indietro – poco probabili – destinata a durare sino alla scadenza. E forse anche destinata a prolungarsi.
Ma adesso un sindaco c’è e se si guarda alla vicenda dalla parte dello Statuto dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico, il primo cittadino ne è il presidente. Un presidente senza nulla da presiedere, fin tanto che rimarrà un commissario all’Inda (funge anche da Cda, ndr).
Il sindaco Garozzo ha annunciato nelle scorse ore di voler partire all’attacco del Ministero dei Beni Culturali. Allo studio, una diffida per chiedere la rimozione del commissario straordinario e il ripristino delle “condizioni ottimali per la governance della Fondazione”. “Dopo 100 anni di storia dell’Inda – tuona il sindaco – non è più tollerabile l’atteggiamento del ministero. Abbiamo mantenuto per oltre 3 mesi un bon ton istituzionale che a questo punto deve necessariamente venir meno. Ho appreso di decisioni maturate in ambienti legati al Pdl. Siamo stanchi di questo modus operandi. Adesso la città va difesa seriamente”. Ma fare affidamento solo sullo statuto potrebbe rivelarsi poco efficace. L’Inda è stata toccata dalla spending review e quella legge ne modifica la composizione del consiglio di amministrazione. L’organo di amministrazione della Fondazione dovrebbe passare da 8 a 5 componenti. Quindi ne va elaborato uno di nuovo di Statuto, a Roma, per renderlo rispondente alle nuove disposizioni. E tra acquisizione di pareri, verifiche e controlli varii di tempo potrebbe passarne. Anche oltre dicembre.

 

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