Emissioni da ridurre e miasmi: sarà battaglia di perizie tra Procura ed industrie

 Emissioni da ridurre e miasmi: sarà battaglia di perizie tra Procura ed industrie

Non è difficile ipotizzare che sarà presto battaglia di perizie tra la Procura di Siracusa e le due aziende raggiunte dal provvedimento di sequestro preventivo degli impianti. Esso ed Isab/Lukoil stanno già lavorando a studi di fattibilità (puntati sul cosiddetto Nar, Non Aggravio di Rischio) per rispondere alle prescrizioni imposte. I tempi sono ridotti, due settimane per produrre “controdeduzioni” al pool antinquinamento della Procura retta da Francesco Paolo Giordano.
L’accusa, intanto, è netta: “contributo al peggioramento della qualità dell’aria dovuto alle emissioni degli impianti”, si legge nelle carte. Non un ragionamento empirico, i magistrati siracusani si sono avvalsi anche di esperti nazionali come Mauro Sanna (chimico, ex Arpa Lazio) e Nazareno Santilli dell’Ispra. Hanno firmato voluminose perizie che contribuirebbero – “attraverso lo studio dei venti e della posizione degli stabilimenti” – a rendere attribuibili “a fonti certe” i fenomeni di cattiva qualità dell’aria, i miasmi. Una correlazione su cui mai prima vi era stata unicità di vedute e su cui si concentrerà – presumibilmente – lo “scontro”.
Il pool siracusano ha segnalato, a vario titolo, anche la “genericità” della Aia (Autorizzazione integrata ambientale) con prescrizioni definite “lacunose” e la presenza “di scelte atipiche e talvolta anomale” se non addirittura una “presunta inadeguatezza” in relazione alle tecnologie effettivamente disponibili per il contenimento delle emissioni.
Facile immaginare che i due colossi petroliferi lavoreranno per smontare pezzo su pezzo molte delle contestazioni, come è legittimo che sia. Ma anche se nessuno lo dice apertamente, c’è attesa per capire quale sarà in realtà la risposta ad una “mossa” che non ha un precedente.
Da qui l’atteggiamento prudente dei sindacati – riassumibile in “bene garantire la salute, non paghino però i lavoratori” – e gli appelli alla continuità collaborativa che partono dai Comuni della zona industriale, anche se non per bocca dei primi cittadini, ufficialmente alla finestra nel triangolo industriale.

 

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