Il commento. Siracusa, sogno infranto da una Europa "ignorante"

Caro Steve Green e caro ministro Bray, l’avete fatta grossa. Certo, escludere Siracusa e il Sud Est al primo giro di selezioni per il titolo di Capitale Europea della Cultura 2019 non è solo farina del vostro sacco. Ma la firma in calce alla decisione della commissione mista, si. E quindi anche la responsabilità “morale” di un atto di poca cultura. Cosa hanno i sassi di Matera o il barocco scopiazzato di Lecce o ancora il centro storico di Cagliari (?) e i mosaici di Ravenna più delle “pietre” che trasudano storia e cultura da Ortigia al Temenite? Ha ragione Tony Zermo, giornalista de La Sicilia, che parla oggi di una “Europa ignorante”, nel senso che ignora – direbbero Aldo, Giovanni e Giacomo – che “c’è più storia nelle pietre di Siracusa che in tutte queste sei città presclete messe assieme”. Paghiamo la distanza dal cuore dell’Europa che non guarda alle sue frontiere se non con fastidio, come nel caso dell’emergenza immigrazione. Siamo gli europei lontani e poveri, custodi di un passato ricco di cultura e di un futuro con qualche speranza. La prima è che cambi la percezione dei nostri territori, penalizzati in partenza perchè “sud”, perchè “frontiera d’oriente”. Senza vittimismo, a noi sta bene così e ne siamo pure orgogliosi. Il valore il Sud Est lo ha mostrato in tutta una estate di sbarchi, catene umane in spiaggia e salvataggi. Abc della cultura. E in mille altre occasioni, senza sfogliare i libri di storia. Non per questa commissione di esperti poco attenti. “La  cultura non sta nei libri, ma sta soprattutto nei monumenti antichi che rappresentano la storia della civiltà umana”, scrive ancora Zermo. Come non condividere. Valutazioni che lasciano uno spiraglio alla solita, italica dietrologia. Ma siccome a pensar male non si fa peccato, parlare di sponsor esterni capaci di “pesare” nelle scelte di “cultura” non parrebbe del tutto errato. Non è reato, gli sponsor fanno parte dei progetti presentati dalle varie città. E allora, però, si abbia almeno la decenza di parlare di capitale della cultura e del marketing, tutto sarebbe così ancora più chiaro in origine. Con orgoglio, pazienza Siracusa. E cara Santa Lucia “perdona loro perchè non sanno quel che hanno fatto…”