Immigrazione, quei soccorritori silenziosi…

Lavorano per settimane al centro del Canale di Sicilia, a 12 miglia dalle coste di Pozzallo, su una piattaforma petrolifera ma da diversi mesi ormai sono anche spesso i primi soccorritori dei migranti che concludono in provincia di Siracusa la loro traversata della speranza. Un’esperienza che Salvo Torneo, siracusano, responsabile del campo Vega per Edison ,definisce toccante, come il suo racconto. “E’ capitato diverse volte di avvistare dei barconi con decine e perfino centinaia di passeggeri – spiega Torneo – Li soccorriamo con quello che abbiamo a disposizione: acqua, biscotti, medicinali nel caso in cui ne abbiano bisogno. Interventi che anticipano l’arrivo delle unità inviate dalla Capitaneria di Porto, che nel frattempo abbiamo l’obbligo di avvertire. Sono momenti in cui le emozioni diventano particolarmente intense. Ci troviamo davanti uomini, donne e bambini disperati, stressati da un viaggio in condizioni precarie, a cui si sottopongono pur di fuggire dalla guerra, dalla misera”. Per chi lavora in piattaforma, in quei frangenti, non conta nient’altro che rendersi quanto più utili possibile. “Il contatto diretto con queste situazioni- conclude Torneo- aiuta a riflettere e a vedere il singolo uomo, la singola donna, il singolo bambino con il proprio vissuto, al di là di altre considerazioni generiche e qualunquiste. Siamo fortunati e tante, troppe persone, non lo sono affatto eppure dimostrano una gran voglia di vivere e di salvare se stessi e le proprie famiglie”.