La Noto-Pachino non chiuderà, trovata la soluzione per "salvare" l'estate

 La Noto-Pachino non chiuderà, trovata la soluzione per "salvare" l'estate

L’Ufficio Tecnico dell’ex Provincia ha individuato una soluzione alternativa alla chiusura al transito della Noto-Pachino. Al contrario di quanto annunciato ieri, il Libero Consorzio Comunale non interdirà la circolazione veicolare lungo l’importante arteria della zona Sud, che deve essere interessata da lavori. A garantire l’individuazione di un percorso differente rispetto a quello inizialmente prospettato è il deputato regionale Vincenzo Vinciullo,dopo un colloquio con i tecnici dell’ente. “L’ordinanza- com’era giusto che fosse-spiega Vinciullo- già prevedeva una valida alternativa per le autovetture, che è rappresentata dal vecchio ponte sul fiume Tellaro.Ieri avevo avuto modo di verificare, presso l’Ufficio Tecnico della Provincia, la soluzione alternativa che era stata trovata.È chiaro che la meta turistica di Pachino-Marzamemi-Portopalo non verrà assolutamente danneggiata dalla viabilità.Rimane il problema dei mezzi pesanti, che dovranno uscire a Rosolini per poi raggiungere Pachino.
A spiegare nel dettaglio i termini della vicenda è proprio l’ex Provincia, che puntualizza come la chiusura prevista riguardi un tratto della provinciale, all’altezza del fiume Tellaro e che si tratta di una decisione legata alla necessità di consentire l’esecuzione dei lavori dell’asse viario compreso tra la provinciale 19 e la Nicola-Belludia.
“Ovviamente- spiegano dal Libero Consorzio – è stato previsto, allo scopo di evitare disagi alla viabilità, di ripristinare il transito sul relitto della Sp 19, delle autovetture (esclusi i mezzi pesanti), attraverso la realizzazione di un raccordo con la parte transitabile della Sp 19. Pertanto, tutte le voci dal sapore strumentale, che si sono alzate a difesa di un territorio che secondo alcuni disinformati, sarebbe stato mortificato dalle soluzioni adottate dal Libero Consorzio, non hanno ragione di esistere, in quanto frutto di considerazioni superficiali senza un’approfondita conoscenza degli atti disposti dall’Ente”.

 

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