La reazione compatta della provincia dopo lo scippo: politici e cittadini, invito alla mobilitazione

 La reazione compatta della provincia dopo lo scippo: politici e cittadini, invito alla mobilitazione

Dopo aver incassato l’ennesimo pugno in faccia, con lo scippo della sede dell’Autorità portuale di sistema della Sicilia Orientale, la provincia di Siracusa prova a reagire. E lo fa compatta. Consigli comunali, sindaci, deputati regionali e nazionali, sindacati, associazioni e cittadini: tutti insieme per gridare la rabbia per l’abuso perpetrato ai danni di un territorio che, per usare le parole del sindaco di Augusta, Cettina Di Pietro, “sono convinti sia babbo ma che invece è importante e ora vuole dimostrarlo con una mobilitazione generale”. Invito alla piazza, insomma, partito dall’aula consiliare di palazzo San Biagio, ad Augusta, affollata come non mai. Segnale positivo dell’attenzione sul tema. L’opinione pubblica non nicchia su di un tema che è determinante per lo sviluppo – e quindi il benessere e l’occupazione – della provincia di Siracusa
La condivisione è ampia, da nord a sud, da Francofonte a Portopalo. E le azioni che saranno messe in campo sono tante. Un documento di ferma protesta inviato al ministro Del Rio, “complice” nella violazione di legge consumata nel nome di non meglio chiari accordi politici; l’impugnazione e la richiesta di revoca del decreto che assegna a Catania la sede; un esposto in Procura. E poi c’è anche la proposta avanzata dal sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo: chiedere al presidente Crocetta di correggere il tiro, rimangiare le inesattezze scritte nella richiesta motivata inviata al Ministero con l’indicazione di Catania preferita ad Augusta.
Ma su tutto la richiesta, forte, rivolta alla deputazione nazionale – presente con le parlamentari Stefania Prestigiacomo e Sofia Amoddio – di condurre la battaglia anche ai più alti livelli, per portare la rabbia della provincia di Siracusa a Roma. Con una convinzione di fondo: sbattendo i pugni sul tavolo, pestando qualche piede, Siracusa può ancora prendersi quello che è suo, senza passare per provincia babba ma per abile giocatore di poker in grado di rispondere a chi si siede al tavolo barando.

 

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