Le vittime della A-18: Giuseppe, Salvatore e Silvestro. Ricoverato in Rianimazione Antonio, il più giovane della squadra

 Le vittime della A-18: Giuseppe, Salvatore e Silvestro. Ricoverato in Rianimazione Antonio, il più giovane della squadra

E’ stato ricoverato in Terapia Intensiva Post Operatoria del reparto di Anestesia e Rianimazione Antonio Spadaro, il quarto operaio rimasto coinvolto nell’incidente sulla Siracusa-Catania. L’ultimo bollettino emesso nel primo pomeriggio dal “Cannizzaro” di Catania  parla di condizioni, “stabili seppur gravi”. L’uomo è sedato, in conseguenza del lungo intervento chirurgico cui è stato sottoposto per le lesioni multiple da schiacciamento alle gambe. La prognosi resta riservata.  L’uomo, di Cesarò (Messina),è entrato in ospedale al Trauma Center in codice rosso. “E’ stato operato da un’équipe di ortopedici, chirurgi vascolari e chirurghi plastici. Il complesso intervento si è protratto nella notte. Dalle prime ore della giornata l’uomo è stato tenuto in osservazione, costantemente monitorato, nell’area dell’Emergenza dell’ospedale catanese, in attesa di poter essere ricoverato, come è accaduto in tarda mattinata, in Rianimazione. Come lui, sono tutte della provincia di Messina le tre vittime del grave incidente in autostrada. Giuseppe Leanza, di 45 anni. Salvatore Cristaudo, di 48. Silvestro Cerro, 57 anni. Di San Teodoro il primo, di Cesarò gli altri due. Lavoravano per la Covir, una società peloritana che si occupa di manutenzione stradale per conto di Anas in Sicilia. ita a Giuseppe Leanza, 45 anni, Salvatore Cristaudo 48 anni e Silvestro Cerro 57 anni.  I loro corpi sono stati trasferiti all’ospedale Muscatello di Augusta, dove sono arrivati in serata gli straziati familiari.
La ricostruzione dell’incidente è ormai chiara. Il tir, un Iveco,  condotto da un autotrasportatore di 55 anni di Chiaramonte Gulfi (Ragusa) è piombato sulla corsia di emergenza dove stavano lavorando gli operai, in cinque. Sono stati centrati in pieno, uno dopo l’altro, fermando la sua corsa mortale solo dopo un centinaio di metri contro un mezzo tecnico che era utilizzato  dagli operai. L’uomo alla guida del mezzo assassino è indagato in stato di libertà per omicidio colposo plurimo. Avrebbe ammesso le sue responsabilità, confermando le prime impressioni degli inquirenti che hanno subito parlato di “tragico errore umano e non di un guasto tecnico”.

 

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