Isisc, da Siracusa l'appello del Sottosegretario delle Nazioni Unite: "La comunità internazionale protegga le minoranze"

Siracusa, capitale mondiale dei diritti per 4 giorni. Si è concluso l’High Level Meeting of Experts organizzato dall’Isisc, l’istituto internazionale di scienze criminali. Oltre 90 gli esperti, provenienti da tutto il mondo, che hanno preso parte al seminario. Tra i nomi illustri, il principe di Giordania, Hassan Bin Talal, l’ex presidente della Repubblica Slovena, Danilo Turk, il ministro della Giustizia del Bahrain, Khaled Bin Ali Al Khalifa e, per l’Italia, il vice segretario generale della Farnesina, Antonio Bernardini. Il tema affrontato è stato “l’impatto della globalizzazione sul futuro dei diritti umani e della giustizia penale internazionale”, allo scopo di tracciare delle linee guida per una concreta azione finalizzata a sensibilizzare “l’opinione pubblica internazionale alla tutela e al rispetto dei diritti umani, alla luce delle drammatiche vicende che stanno interessando parecchie zone del pianeta”.  “Quelli che erano ormai considerati come diritti umani acquisiti- commenta il presidente Isisc, Cherif Bassiouni-  sono ora messi in discussione da esigenze economiche e politiche che evidenziano sempre di più l’”eccezionalità” rappresentata da quei Paesi più potenti nei confronti di quelli più deboli, ciò mentre le grandi multinazionali sono oramai al di sopra di un controllo efficace sia da parte del diritto internazionale che del diritto nazionale”. La grave situazione è stata sottolineata anche dal Sottosegretario Generale delle Nazioni Unite, Adama Dieng. “A circa tre anni e mezzo delle dimostrazioni contro il regime di Assad, in Siria- ha detto Dieng- si contano oltre 200 mila morti, abbiamo visto oltre 6,5 milioni di sfollati interni, e quasi 3 milioni di rifugiati. E’ responsabilità della comunità internazionale e di ogni leader politico proteggere le minoranze nel mirino dello Stato Islamico in Iraq”. Un riferimento anche alla  crisi ucraina “La situazione-riconosce il Sottosegretario delle Nazioni Unite-  sta diventando molto difficile ma confidiamo ancora nella speranza che i presidenti di Ucraina e Russia capiscano che alla fine non vi e’ altra soluzione che non sia quella della pace”.