Nasce il comitato per il recupero della ferrovia Noto-Pachino

 Nasce il comitato per il recupero della ferrovia Noto-Pachino

E’ nato ieri il comitato per il recupero della ferrovia Noto – Pachino. Promotori dell’iniziativa sono Francesca Sara Perna, Corrado Iacono e Corrado Lalicata che con un incontro pubblico hanno radunato tutti coloro a cui piacerebbe rivedere i treni costeggiare il mare del golfo di Noto. La linea ferroviaria Noto – Pachino, conosciuta come ferrovia del vino perché alcuni vagoni cisterna trasportavano dai palmenti alle stazioni il vino, è stata costruita nel 1935 ed è stata attiva fino al 1986. Da allora l’abbandono fino al decreto ministeriale di dismissione pubblicato nel 2002. Diverse le stazioni presenti nel percorso, partendo da Noto, la prima è Falconara Iblea, poi Noto Marina e Noto bagni entrambe a Lido di Noto, ancora la stazione di Vendicari in contrada Roveto Bimmisca all’interno dell’oasi naturale, successivamente le stazione di San Lorenzo Lo Vecchio e di Marzamemi per arrivare fino a Pachino. Gran parte delle stazioni sono ormai dei ruderi mentre in qualche caso sono trasformate in abitazioni private. E’ la tratta ferroviaria più a Sud d’Italia, attraversa paesaggi d’eccezione e oggi un gruppo di amatori si sta impegnando per il recupero.
Presidente del comitato per il recupero della ferrovia Noto – Pachino è stata eletta Francesca Sara Perna: “Mi impegnerò concretamente – ha detto – per favorire il recupero e la valorizzazione di questo tronco ferroviario dismesso, attraverso la riattivazione del servizio e la trasformazione in piste ciclo-pedonali. E’ importante sottolineare il valore sociale, la memoria storica e l’interesse pubblico di questa ferrovia. Con le grandi distanze della regione e le pessime strade la linea ferrata dovrebbe essere un mezzo di trasporto primario ma non è così. Purtroppo non è previsto alcun riutilizzo della linea Noto – Pachino. Sarebbe importante disporre nella zona di un mezzo di trasporto ecologico, perché la riserva naturale di Vendicari attira molti visitatori che intasano con le auto posteggiate l’unica strada d’accesso. Altro utilizzo ipotizzabile della linea, quello a servizio della lunga zona balneare e la creazione di una pista ciclabile”.
Corrado Parisi

 

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