Parco della Neapolis, oltre 4 milioni di incasso. Soldi a Palermo, problemi a Siracusa

 Parco della Neapolis, oltre 4 milioni di incasso. Soldi a Palermo, problemi a Siracusa

Il parco archeologico della Neapolis si conferma una delle principali attrazioni siciliane. Nel 2016 sono aumentati i visitatori (571.520) per un incasso di 4 milioni e 81mila euro. Numeri forniti dall’assessorato regionale ai Beni Culturali.
Il sito più visitato rimane il teatro antico di Taormina (748.883 visitatori, oltre 5,5 milioni di incasso), seguito dalla Valle dei Templi di Agrigento (654.538, incasso 4,6 milioni). A chiudere il podio, la Neapolis. Bene per Siracusa anche il Castello Maniace, ottavo in questa particolare graduatoria (visitatori 74.721, incasso 108.578 euro).
Numeri in crescita ma ancora lontani dal reale potenziale dei beni culturali siracusani e siciliani.
Senza andare a scomodare Pompei o gli Uffizi, la Galleria dell’Accademia di Firenze ha avuto 1,4 milioni di visitatori; il museo Egizio di Torino 881.463 e la Reggia di Caserta 683.070. In ogni caso, la Sicilia si piazza quarta in Italia per visitatori.
Quanto alle somme incassate, ad eccezione di Agrigento che con il suo parco è autonomo (incassa e gestisce le somme), per gli altri (Neapolis in testa) mamma Regione ringrazia e trattiene. Allora sui 4 milioni di incasso si innesta la polemica sulla necessità di completare il lungo iter per dotare di autonomia – con proprio ente gestore – il parco siracusano.
A questo proposito, la commissione Cultura dell’Ars ha approvato gli articoli del disegno di legge depositato da Enzo Vinciullo e che esporta il modello gestionale di Agrigento anche a Siracusa. Per la verità si sono “inserite” anche Taormina e Selinunte (già dotati di autonomia finanziaria). Quando il provvedimento diventerà legge – e serve la votazione definitiva e poi la calendarizzazione in Assemblea Regionale – i parchi archeologici potranno disporre degli incassi derivanti dai biglietti per gestire le spese e la manutenzione delle strutture, inclusa la pulizia.
“La norma è uno strumento efficace perché le risorse derivanti dai proventi dei biglietti di ingresso potranno essere reinvestite dai Parchi stessi per risolvere quei problemi legati anche all’ordinaria manutenzione dei siti nonché per la realizzazione di interventi di valorizzazione e promozione dei siti”, spiega l’assessore ai Beni Culturali, Vermiglio. Che guarda già avanti con ottimismo, parlando quasi come fosse già legge. Una legge regionale, in realtà, c’è già. E’ quella del 2000 al cui interno ci si può muovere per arrivare alla istituzione dei parchi. Perchè si sia resa necessaria un’altra legge per applicare una legge esistente è questione da approfondire.

 

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