Pd, il programma di Schiavo: "Una comunità-partito"

 Pd, il programma di Schiavo: "Una comunità-partito"

Un partito frammentato, con antagonismi e con un “insano rapporto fra identità e alterità”. Questo, oggi, è il Partito democratico di Siracusa per uno dei due candidati alla segreteria provinciale della forza politica, Liddo Schiavo, che lo immagina, però, per il futuro, come una “comunità partito”. L’ex assessore comunale alle Politiche sociali ha diffuso nel pomeriggio un documento che contiene il suo programma elettorale, in vista del congresso provinciale del prossimo mese. Le due aree contrapposte nella competizione verso la guida del partito non sembrano volere abbassare i toni di un dibattito che in diverse occasioni è sfociato in situazioni verbalmente “violente”, sfociate poi in ricorsi agli organismi interni al partito, regionali come nazionali, ma anche a conversazioni con la Digos, come nel caso segnalato da Paolo Gulino dopo la sospensione dei tesseramenti decisa dal presidente della commissione congressuale, Turi Raiti. Scambi reciproci di accuse, ipotesi di percorsi diversi da quelli esclusivamente politici e un’atmosfera che rimane inevitabilmente rovente. Schiavo non ha dubbi. “Ciò evidentemente impedisce e ostacola la costituzione di un Partito Comunità – spiega nella nota a cui affida le sue riflessioni – per il semplice fatto che difendendo la propria concezione di identità e spesso provando ad imporla, ritenendola superiore a quella degli altri componenti della Comunità Partito, in alcuni casi con sistemi di pura “tifoseria ultras”, non si costruisce ma si distrugge o perlomeno si rimandano le opportune analisi fornendo risposte che non fanno altro che rimandare di poco tempo la totale implosione”. Schiavo è convinto che una “comunità, per potere esistere debba necessariamente governare la differenza e l’incertezza che questa genera. Le interazioni vanno mantenute e addirittura promosse. “Se in un partito come il Pd viene annullata l’incertezza causata dalla differenza o viene contenuta con una messa all’angolo di chi la pensa diversamente da noi – continua il candidato a segretario provinciale- l’estinzione del partito è garantita. E’ solo questione di tempo e neanche troppo”. Schiavo dice basta al modello degli “stakeholder”, i portatori di interessi. “Occorre mettere in primo piano le esigenze della comunità- dice ancora l’ex assessore valorizzare la creazione di valori comuni, utilizzare l’anticipazione come modalità di creazione della realtà, restituire ai cittadini la competenza di gestire le proprie interazioni e di essere parte attiva e propositiva nella gestione del partito-comunità”. Il Pd di Schiavo, spiega infine l’aspirante segretario, sarebbe “u partito aperto, non bloccato su regole plasmabili a seconda dei casi, non ingabbiato in organismi utili solo a parlare a noi stesso e privo di canali di comunicazione per parlare all’esterno”. Di congresso si tornerà a parlare domani mattina, nel corso di una conferenza stampa convocata per le 11,30 dall’area dei renziani nella sede del partito di via Socrate. Nuova “puntata” di una querelle che sembra ormai infinita.

 

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