Priolo. Ias, ulteriore proroga di sei mesi. Vinciullo: "Tutto sbagliato, la società deve essere pubblica"

Si protraggono ancora i tempi per la definizione della vicenda Ias.  Decisa un’ulteriore proroga di 6 mesi per la società che gestisce il depuratore consortile di Priolo. “I tempi e i percorsi individuati in precedenza non consentivano, data la loro lunghezza, di poter concludere l’iter amministrativo entro il 30 settembre 2017- spiega il deputato regionale Vincenzo Vinciullo- Il percorso intrapreso dal CdA dell’IAS di procedere attraverso una richiesta di parere all’ANAC a una gara ristretta per l’assegnazione della gestione del depuratore che, ricordo, è di esclusiva proprietà della Regione, è illegittimo, impercorribile e inaccettabile – afferma – in quanto la proposta è formulata da un CdA illegittimamente composto, oltre che scaduto, e questo lo dico perché ho le competenze istituzionali per vigilare sull’applicazione della legge e sul bilancio delle società partecipate a vario titolo dalla Regione, e per cui, perdurando questa situazione, sarò costretto a sottoporre gli atti prodotti dal CdA al vaglio della Corte dei Conti regionale“. Inoltre secondo il deputato regionale i beni di proprietà della Regione non possono essere assegnati con procedura di gara ristretta, ma vanno messi tutti sul mercato e assegnati al migliore offerente, salvaguardando la funzione dell’IAS e i posti di lavoro.“È notorio che, avendo la società, così come è composta nel suo assetto societario, contrasti di natura legale sia con l’ex ASI quanto con l’Irsap, non può gestire beni appartenenti alla Regione attraverso le sue controllate – prosegue Vinciullo -. L’IAS deve diventare una società interamente pubblica, perché svolge una funzione di controllo e verifica sull’attività dei privati e non può continuare a essere condizionata da privati e “servi sciocchi” che, finora, non hanno tutelato gli interessi del pubblico. Inoltre, è risaputo che la società, pur essendo per azioni, inspiegabilmente, non dovrebbe produrre profitti, tant’è vero che ha contenziosi sia con l’ex ASI quanto con l’Irsap per non aver pagato quote arretrate degli anni precedenti, mentre non ha attivato identico contenzioso con soggetti privati che hanno versato le loro acque limacciose nel depuratore senza pagare il canone. In attesa che l’ANAC si pronunci, ma trovo, ripeto, irrituale questa procedura che ha comportato sicuramente ulteriori spese per gli avvocati incaricati, che hanno predisposto dei pareri, si proceda o acquisendo l’Irsap tutte le azioni non in suo possesso, comprese quelle dei Comuni, in modo che la società diventi interamente pubblica e possa, nel rispetto della legge, gestire l’impianto di depurazione. Nello stesso tempo, senza ulteriore remore, fornire agli uffici dell’Irsap tutti i documenti richiesti, in modo tale da consentire all’Irsap stessa di procedere, predisponendo la gara di affidamento qualora privati e Comuni non intendessero cedere le proprie quote societarie per trasformare la società a totale capitale regionale. So che l’Irsap ha fatto una richiesta di documenti, so pure che, così come avvenuto con la Commissione Bilancio, gli uffici dell’IAS starebbero perdendo tempo nell’inviare detti documenti, in modo che si proceda nei modi e nelle forme di legge”.