Sai 8 annuncia il ricorso. Ma il 17 si discute del fallimento

tribunaleDopo un fine settimana trascorso in un meditabondo silenzio, Sai 8  affida ad un comunicato la sua posizione circa l’ultima sentenza del Tar di Catania (leggi qui) e quelli che saranno i passi prossimi venturi. Il gestore del servizio idrico in provincia di Siracusa annuncia anzitutto che “si consulterà con legali e consulenti per organizzare una difesa, nella convinzione di essere nel pieno diritto di continuare a gestire il servizio agli utenti e sempre più convinta delle proprie ragioni”.  E lascia, quindi, trasparire la volontà di ricorrere al Cga puntualizzando che “ritiene suo diritto e dovere continuare nelle aule giudiziarie la difesa del Contratto e dunque si opporrà nei modi e nei tempi che i suoi legali e consulenti le consiglieranno”.
Intanto, però, il 17 ottobre c’è un’altra data cerchiata in rosso. Quel giorno si parlerà in Procura a SIracusa dell’istanza di fallimento della società.  “Sai8 andrà all’udienza prevista per il 17 Ottobre nella convinzione che non esistano i presupposti del fallimento e tenterà di convincere anche il Tribunale delle sue buone ragioni”, si legge nella nota.
Dalla dirigenza della società lamentano, però, come da due anni a questa parte abbiano dovuto dedicare tempo e risorse ai numerosi procedimenti penali. “Nulla di illegittimo in tutto questo – recita ancora il comunicato – ma serve ad evidenziare il clima in cui l’azienda ed il suo management si trova ad operare da oltre due anni, distogliendo risorse umane e finanziarie da quella che dovrebbe essere la sua mission e cioè il soddisfacimento del servizio agli utenti”.
Passaggio anche relativo al personale, diretto e dell’indotto, con le preoccupazioni di non riuscire a far fronte al puntuale pagamento degli stipendi per i fatti degli ultimi giorni. Ma in realtà, su questo fronte, è stato chiaro anche il Tar di Catania che avrebbe escluso nel suo pronunciamento il rischio di un “allarme sociale” ipotizzando un più che probabile assorbimento del personale nelle nuove società che sarebbero eventualmente costituite dai Comuni.

(foto: tribunale di Siracusa)