Siracusa. Anfiteatro Romano, chiuso il percorso costato 1,8 milioni di euro un anno fa

 Siracusa. Anfiteatro Romano, chiuso il percorso costato 1,8 milioni di euro un anno fa

Un anno fa veniva inaugurato in pompa magna il ritrovato anfiteatro romano della Neapolis.
Lavori di restauro inseriti nel programma operativo interregionale “Attrattori culturali naturali e turismo” (FERS) 2007 /2013 e finanziato con 1,8 milioni di euro. I lavori, eseguiti dalla Recopp, hanno consentito di poter realizzare un percorso di circa 1 km all’interno del parco che avrebbe dato la possibilità al visitatore di approfondire la conoscenza del monumento, oltre a poter osservare delle prospettive dei luoghi fino ad oggi sconosciuti. Il percorso intorno all’anfiteatro è stato dotato di illuminazione e realizzato senza barriere architettoniche. Peccato che dodici mesi dopo di quel percorso rimanga solo un cancello chiuso. Luci spente o danneggiate. E vegetazione, tanta vegetazione. L’anfiteatro lo si continua a vedere a distanza, dall’alto. Uno smottamento, forse una ringhiera non più in sicurezza: quale sia il motivo, non cambia il risultato. Nonostante i quasi 2 milioni di euro spesi, il monumento non riesce ad essere valorizzato. Senza che nessuno senta la necessità di dare spiegazioni o cercare eventuali responsabilità.
Ma i paradossi del parco della Neapolis non finisco mai. Attualmente è chiuso anche il Ninfeo sopra il teatro greco, visitabile solo dal basso. Colpa, pare, del recente maltempo.
Eppure il 6 marzo 2014 dal Mibact avevano dato il via libera ad investimenti per 15 milioni di euro circa. Di quelli, con assessore regionale Mariarita Sgarlata, vennero effettivamente utilizzati solo quelli per l’anfiteatro romano. Il resto venne poi restituito al ministero ad agosto del 2015, mentre la Sgarlata veniva trasferita al Territorio e Ambiente. La cosa curiosa è che gli stessi progetti che erano stati finanziati in quella occasione – e per i quali sono stati cortesemente restituito i soldi che erano stati stanziati – sono adesso stati inseriti nel patto per il Sud. Una messe di occasioni mancate e poca programmazione di cui nessuno pare dover rispondere all’opinione pubblica.

 

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