Siracusa bocciata dalla classifica di Italia Oggi. I sindacati: "Manca un progetto di futuro"

Il piazzamento poco lusinghiero nella classifica sulla qualità della vita stilata da Italia Oggi lascia il segno a Siracusa. Per il neo segretario provinciale Cgil, Roberto Alosi, “basterebbe guardarsi attorno per capire le ragioni per le quali Siracusa scivola nella graduatoria. Il numero di vertenze aperte ormai da troppo tempo e ancora in cerca di soluzioni, dalla crisi dell’ex provincia regionale allo stato di pre-dissesto finanziario di molti comuni della provincia, dalle questioni industriali e del risanamento ambientale, al crollo del settore delle costruzioni, dei trasporti, dell’agroalimentare, del sistema sanitario, dalle povertà crescenti alla complessa e sempre più ingarbugliata questione del servizio idrico, dal tema dei rifiuti al rimpicciolimento dei diritti nel terziario, fotografano una geografia sociale e lavorativa del territorio profondamente impoverita che rischia, se non governata con intelligenza, di minare i fondamentali del nostro vivere sociale. La fame di lavoro è senza precedenti”, spiega il numero uno della Cgil siracusana. Che sottolinea “il bisogno di trovare risorse pubbliche e private per riattivare l’occupazione e lo sviluppo”, senza “ulteriori ritardi”. Per uscire dal momento no, “occorre rilanciare con maggiore convinzione una grande stagione di alleanze, di confronto ma anche di conflitto con i decisori politici, affinchè possano prendersi in carico l’onere di elaborare un’idea, un progetto, una visione d’insieme del territorio condivisa e partecipata e su quella convogliare investimenti, risorse ed intelligenze”.
Il dato rimane comunque “allarmante” per il segretario della Uil Siracusa, Stefano Munafò. Per il quale il problema è sempre a monte, “ovvero una classe politica sulla quale ricadono molte responsabilità perché se questo territorio non riesce a sfruttare le potenzialità di cui dispone è a causa del mal governo. La situazione degli enti locali ce l’abbiamo tutti presente – ancora Munafò – per non parlare delle difficoltà dei Comuni, di una ex Provincia che arranca e dunque delle varie classi di lavoratori che non riescono ad andare avanti. Un effetto domino che colpisce tutti i settori”.