Siracusa. C'è largo Poidimani ma le opere dello scultore sono al buio: Prometeo inghiottito dall'oscurità

 Siracusa. C'è largo Poidimani ma le opere dello scultore sono al buio: Prometeo inghiottito dall'oscurità

Biagio Poidimani è certamente personaggio degno di memoria eterna a Siracusa. Lo scultore nato a Rosolini nel 1910 ha lasciato segni tangibili della sua arte proprio nella città che lo ha adottato: Aretusa ed Alfeo alla fonte Aretusa, il reliquiario della Madonna delle Lacrime, il sarcofago di monsignor Ettore Baranzini, il tedoforo al camposcuola Di Natale. E, su tutte, la sua opera forse più nota a Siracusa: il Prometeo incatenato, nei pressi dell’area archeologica della Neapolis.
Se, pertanto, giusto è stato tributargli un ricordo toponomastico con la nascita di largo Poidomani, lungo la statale 115, altrettanto giusto sarebbe prendersi cura della sua arte, illuminando il Prometeo che ogni sera sparisce inghiottito dal buio delle ore antimeridiane. Non un faro, non una illuminazione artistica o una targa che ricordi l’opera di Poidimani.
Da una parte si ricorda l’uomo e lo scultore, con l’intitolazione di una rotatoria fuori città. Dall’altra ci si “dimentica” della sua arte, che pure è presente in città. Un’altra sua opera – peraltro – sarà adesso “regalata” a Siracusa dalla famiglia. Con ogni probabilità verrà piazzata proprio nello slargo che porta il suo nome.
Con l’augurio e la speranza che, se si vuole accendere la luce della memoria e del tributo, non ci si dimentichi di accendere anche quell’altra luce, quella elettrica necessaria per dare visibilità e senso pratico alla scelta di valorizzare un uomo e la sua opera. Non solo un nome in rotatoria.
Poidimani è deceduto a Roma il 27 Agosto 2001. Nel 1937 ha insegnato Storia dell’Arte presso il Liceo Classico Gargallo, e Plastica e Scultura presso la Scuola d’Arte di Siracusa. Successivamente ha insegnato Scultura presso le Accademie delle Belle Arti di Napoli, Firenze, Bologna e Roma. Ha partecipato alla Biennale di Venezia, al Premio Donatello a Firenze e a mostre ed esposizioni all’estero, tra cui compresa l’Expo internazionale del 1949. Alcune sue opere sono esposte al Museo di Philadelfia.

 

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