"Siracusa, città di Archimede e di Ibna Hamdis", il più noto giornalista tunisino la presenta a 11 milioni di lettori

Ha fatto tappa a Siracusa di recente. Intendeva raccontare il fenomeno dell’immigrazione,il destino di quanti, dall’Africa, approdano in Italia e, in particolar modo, in questo lembo di Sicilia. Welid Telili è il giornalista tunisino più conosciuto e apprezzato. Nel capoluogo ha incontrato, tra gli altri, Ramzi Harrabi e da lui si è fatto raccontare il territorio, le storie, l’integrazione, quella che c’è e quella che ancora manca. Ne ha scritto su Alaraby, perchè quello era l’obiettivo della sua intervista. Ma poi è accaduto altro. E’ rimasto colpito da Siracusa, tanto da volerla celebrare, far conoscere agli 11 milioni di lettori che, tra cartaceo e web, seguono il giornale, che viene pubblicato a Londra ed è poi letto in tutto il mondo. Siracusa gli ha rubato il cuore, tanto che tornerà, questa volta per restare più a lungo, per scrivere un libro ispirato dalla terra d’Archimede e del poeta arabo Ibna Hamdis. Un modo diverso di descrivere Siracusa quello che si legge nell’articolo scritto da Welid Telili rispetto alle descrizioni a cui siamo abituati. Stavolta il conduttore di trasmissioni culturali nella radio nazionale tunisina punta l’attenzione sulle civiltà che in questa terra hanno vissuto e a cui hanno dato il proprio contributo, in cui hanno lasciato la loro traccia. Parla di bellezza interraziale, che gli edifici raccontano, di cui raccolgono e tramandano la memoria. Di come ogni cultura lasci il proprio indelebile segno e renda unica Siracusa.