Siracusa. Ex Provincia, vertice in Prefettura: "tempo scaduto, solo un intervento straordinario di Roma può evitare il dissesto"

Si è conclusa poco prima delle 18 la riunione convocata in Prefettura per esaminare la situazione della ex Provincia Regionale. La sensazione che ormai sia inevitabile il default è emersa con forza anche questa volta. Lo stesso commissario straordinario Arnone non ha nascosto come non veda alternative, rivolgendosi al prefetto Castaldo. A cui i sindacati – di fronte un’assenza di dialogo con la deputazione regionale e nazionale – hanno chiesto un intervento presso il governo centrale per misure straordinarie. E le misure straordinaria si riassumo in una semplice frase: bloccare il trasferimento forzoso che mette in ginocchio l’ente siracusano.
Ma la sensazione che si stia giocando una partita già conclusa è diffusa anche tra gli stessi sindacati. “Perchè pensare al default ora e non due mesi fa quando ancora si poteva muovere qualcosa?”, si domanda Franco Nardi (Fp Cgil).
L’ineluttabile è dietro l’angolo. Ad agosto anche la politica si ferma. Per quel che riguarda l’Ars, a settembre ci sarà lo scioglimento verso nuove elezioni. E l’assessore regionale Lantieri è stata chiara: “per la ex Provincia di Siracusa la partita è chiusa”. Il problema non sono solo gli stipendi – cinque mensilità arretrate ad oggi – ma anche il conseguente abbandono del territorio e dei servizi intermedi garantiti dall’ente: scuole superiori, strade, ambiente, portatori handicap.
Questa mattina alcuni lavoratori hanno manifestato nuovamente la loro rabbia protestando all’esterno del palazzo della ex Provincia di via Malta. Le ultime notizie da Palermo confermano che domani saranno pronti i mandati per poter rendere “liquidamente” disponibili entro giovedì 2,8 milioni di euro. “Prossima settimana potrebbero essere sbloccati altri 3 milioni contenuti nello stesso decreto ma non disponibili”, illustra il deputato regionale Enzo Vinciullo, presidente della commissione Bilancio dell’Ars. Che si unisce al coro di critiche per il prelievo forzoso da parte dello Stato: circa 19 milioni voluti da Roma su 23 di entrate della ex Provincia Regionale. Ma neanche quei 5,8 milioni possono evitare il dissesto. Ne servono almeno 15. Impossibili da trovare.