Siracusa. Concerto delle polemiche, parrocchia di Bosco Minniti al centro del caso

 Siracusa. Concerto delle polemiche, parrocchia di Bosco Minniti al centro del caso

La chiesa di Bosco Minniti torna al centro di un caso di cronaca. Tutta colpa di un concerto neomelodico. Organizzato sabato sera da Concetto Garofalo, ritenuto un boss della criminalità organizzata locale ai domiciliari (ed evaso tre volte, ndr), e dal figlio Sebastiano, già condannato per estorsione.
Della vicenda si occupa il Corriere della Sera che parla di una esibizione”con tante canzoni inneggianti a mafia e rapinatori nel campetto annesso alla parrocchia di Siracusa”. La Questura ha seguito con discrezione la serata nonostante il deputato piemontese del Pd, Davide Mattiello, avesse chiesto alla Prefettura di Siracusa di bloccare il concerto, “organizzato dai due boss in un quartiere a rischio per ingraziarsi la benevolenza popolare”, la denuncia.
Due giorni dopo il concerto è diventata operativa una misura decisa dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania con Concetto Garofalo finito in carcere. Ma il caso non è chiuso, con la Mobile che ha deciso di vederci chiaro anche su input del Questore, Mario Caggegi. Al vaglio degli inquirenti le immagini della serata, interamente filmata.
Da capire anche la posizione del parroco, spiega il Corriere. Padre Carlo D’Antoni è un sacerdote impegnato sul fronte degli ultimi, in particolare i migranti, e per questo noto e apprezzato da molti a Siracusa. In passato è finito coinvolto una indagine sui permessi di soggiorno ma è stato prosciolto da ogni accusa.
Mattiello non ci sta. “E’ evidente che con questa festa comunque sgradevole i boss puntano a guadagnare prestigio e consenso sociale”, racconta al Corriere. “Con queste manifestazioni apparentemente innocue si riafferma il sodalizio: noi ti portiamo i cantanti sotto casa, ti facciamo divertire, e a noi devi portare rispetto…”.

foto: la locandina del concerto

 

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