Siracusa. Il 16 maggio il Csm decide sul trasferimento d'ufficio del procuratore capo Giordano

Altro scossone in vista per la Procura di Siracusa. Dopo il terremoto seguito al cosiddetto “sistema Siracusa”, il Csm potrebbe decidere per un trasferimento d’ufficio del procuratore capo, Francesco Paolo Giordano per presunta incompatibilità ambientale. Il Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura si pronuncerà il prossimo 16 maggio, sulla scorta degli atti prodotti dalla Prima Commissione che, nei mesi scorsi, ha anche ascoltato lo stesso Giordano che ha spiegato le sue ragioni anche depositando documentate memorie.
Secondo la Prima Commissione si sarebbe consumata una “irrimediabile frattura del rapporto fiduciario” tra il procuratore capo ed i suoi sostituti. Il riferimento è anche a quell’esposto siglato da 8 magistrati siracusani ed inviato alla Procura di Messina ed allo stesso Csm. Vi si faceva riferimento ad “anomalie” e comportamenti di giudici in servizio a Siracusa: è uno degli atti alla base dell’inchiesta che ha portato a scoprire quello che è stato definito “sistema Siracusa”.
Ma quali sarebbero le colpe di Giordano? Per la Prima Commissione – spiega La Sicilia – avrebbe minimizzato le segnalazioni relative all’operato professionale di Longo e di altri colleghi e di aver disincentivato se non ostacolato la formalizzazione di quei rilievi. La Prima Commissione censura anche “l’atteggiamento astioso, conflittuale e punitivo verso i magistrati sottoscrittori” finendo per determinare “una situazione di assoluta e non più riparabile incompatibilità ambientale, pur in assenza di responsabilità penale”. Da qui la richiesta di trasferimento su cui il Plenum del Csm si pronuncerà il 16 maggio.