Siracusa. Il magistrato Nino Di Matteo all'Isisc: sarà relatore a un convegno di Libera

Il magistrato Nino Di Matteo relatore a un convegno organizzato dal coordinamento provinciale dell’associazione Libera. L’appuntamento è fissato per lunedì pomeriggio, alle 17, all’Isisc, l’istituto internazionale di scienze criminali di via del Logoteta. Di Matteo, dal 2012 presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati di Palermo, è sotto scora dal ’95, essendosi più volte occupato dei rapporti tra cosa nostra ed alti esponenti delle istituzioni, connessi alla trattativa Stato-mafia, ed avendo ricevuto minacce dirette di morte.
Dopo i saluti istituzionali del prefetto, Armando Gradone, del segretario Isisc,  Ezechia Paolo Reale e del sindaco, Giancarlo Garozzo è previsto l’intervento di Giovanna Raiti, rappresentante provinciale dei familiari di vittime di mafia per Libera, che porterà la sua testimonianza ed il saluto dell’associazione.  Di Matteo analizzerà il fenomeno mafioso ai giorni nostri: autore, insieme al giornalista Salvo Palazzolo, del libro Collusi, il Pubblico Ministero illustrerà ai presenti il vero volto di cosa nostra, di fatto non sconfitta, ma passata dal tritolo alle frequentazioni nei salotti buoni, facendosi più insidiosa che mai, per permettere di gettare uno sguardo ai meccanismi con cui la mafia di oggi si è insinuata nelle logiche economiche, sociali e politiche del nostro Paese.
La moderazione è affidata a Lauretta Rinauro, coordinatrice provinciale di Libera e avvocato. “Abbiamo ritenuo importante- spiega Rinauro- la presenza del magistrato, considerato il momento storico attraversato dalla nostra provincia, che, spesso sottovalutata dal punto di vista della presenza del fenomeno mafioso, sta invece vivendo un’escalation a causa della manifestazione del detto fenomeno nei più diffusi settori (dai fondi per l’agricoltura, alle infiltrazione nella gestione degli enti locali, alla costante presenza del fenomeno estorsivo e della droga), il tutto emerso-conclude la coordinatrice di Libera – grazie al lavoro determinato delle forze dell’ordine e della magistratura”.