Siracusa. Il primo ostacolo per la differenziata? Quelli di sacchetto selvaggio. Un cartello: "turisti, scusateci"

Fatta salva la buona partenza di Belvedere, la raccolta differenziata con il sistema del porta a porta a Siracusa mostra chiaramente la sua principale lacuna: gli utenti. Il servizio può e deve essere migliorato sotto diversi aspetti (dalle forniture ai passaggi saltati ai carrellati lungo la strada e via dicendo) ma è difficile lavorarci su mentre diverse strade della città finiscono invase dai sacchetti dei rifiuti. Anche se i cassonetti non ci sono più.
Ed è innegabile che la colpa sia dei siracusani. Di quelli che non si arrendono allo sforzo supplementare della differenziata, di quelli che non pagano la Tari, di quelli che si sentono più furbi degli altri, di quelli che hanno rotto e stancato con la loro impunità a danno di tutti. Qualcuno i sacchetti per strada li porta e li lascia. Abbandonati come se non ci fosse un domani. “Tanto qualcuno ci penserà…”, mormorano mentre Siracusa prova a dare in ordine sparso segnali di civiltà. Urgono provvedimenti forti e impopolari in campagna elettorale: controlli e multe.
In via Giuseppe Di Natale, una delle strade che conduce al Santuario come al museo Paolo Orsi, i sacchetti stazionano fedelmente là dove c’era il cassonetto (che oggi non c’è più visto che la regola è la differenziata porta a porta). Qualcuno, stanco di segnalazioni a vuoto e dell’andazzo, ha pensato bene di affiggere una nota di scuse ai turisti che passano da lì.
“Gli incivili che riducono la città in questo stato sono quelli che non pagano la tassa sui rifiuti e quindi non hanno potuto ritirare il kit apposito per la differenziata”, si legge. “Noi che paghiamo regolarmente le tasse ci dissociamo dai nostri indegni concittadini che hanno creato questo scempio e ci vergogniamo di loro e per loro”.