Siracusa. Politica e indagini, Garozzo: "Anche io ho fatto nomi e cognomi"

 Siracusa. Politica e indagini, Garozzo: "Anche io ho fatto nomi e cognomi"

Il sindaco, Giancarlo Garozzo, e gli assessori della sua giunta fanno chiarezza sulle vicende giudiziarie che hanno investito palazzo Vermexio e che vedono in veste di indagati tre consiglieri comunali, dirigenti e l’assessore Valeria Troia oltre al presidente del Consiglio Comunale, Sullo, dimessosi.
Chiara la posizione espressa dal primo cittadino, convinto che la sua amministrazione non abbia niente da temere e che abbia, al contrario, agito in maniera trasparente, bandendo delle gare d’appalto laddove in precedenza si andava avanti a suon di proroghe.
Garozzo ha anche preannunciato di avere fatto “nomi e cognomi” di chi in quindici anni avrebbe fatto valere i propri interessi economici sul Comune, mostrando delibere e atti di precedenti sindacature sui temi oggetto di indagine, con la firma per l’approvazione di assessori oggi esponenti dell’opposizione.
Il sindaco, estendendo il ragionamento, ha ammesso di avere commesso degli errori nel desiderio di dare risposte ad una città che “non ne aveva da tempo. Occorrerebbe che i cittadini, tutti, sapessero come stanno le cose. Abbiamo peccato di comunicazione rispetto alle cose fatte in due anni e mezzo”.
In merito ai rapporti con il Consiglio comunale, Garozzo si è detto disponibile, sempre che non “si arrivi a ingerenze pericolose” sottolineando la necessità di un rilancio del civico consesso.
Il primo cittadino ha garantito di “avere la coscienza a posto e di essere felice delle indagini della magistratura a garanzia nostra e della città”.
“Nessun favoritismo- ha ribadito il sindaco- è imputabile alla nostra amministrazione. E i documenti che abbiamo messo a disposizione ne sono la dimostrazione”.
Accanto al sindaco, l’assessore alle politiche educative, Valeria Troia. Ha spiegato che non lascerà il suo incarico, per “rispetto delle istituzioni e del lavoro svolto, che andrebbe altrimenti perduto. Con enorme dispiacere- ha detto ancora- dei censori che intendono la politica come un modo per tirare la giacchetta e ottenere dei posti di lavoro”.

 

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