Siracusa, la provincia "sacrificabile" per la Regione. Dalla Port Authority a Versalis, Palermo guarda altrove

 Siracusa, la provincia "sacrificabile" per la Regione. Dalla Port Authority a Versalis, Palermo guarda altrove

Diciamolo subito, il vittimismo qui c’entra poco. I fatti sono chiari e parlano da soli: Siracusa, vista da Palermo, è la provincia sacrificabile. In quale altro modo leggere, ad esempio, la mossa incomprensibile del governatore Crocetta di contestare e attaccare la scelta (operata dal governo nazionale su scorta delle indicazioni europee) di Augusta come sede dell’Autorità Portuale di Sistema per la Sicilia Orientale? O proposte francamente mortificanti – anche per chi le presenta – come alternare la sede tre anni ad Augusta e tre anni a Catania. E come interpretare la disattenzione verso la zona industriale di Siracusa nella gestione del caso Versalis? Audizioni in commissione Attività Produttive per tutti, alla presenza di assessori e maggiorenti per poi ricordarsi solo alla fine che esistono anche Priolo, Melilli, Augusta e Siracusa. Una seduta quasi snobbata, alla presenza “solo” della vicepresidente del governo regionale Lo Bello che promette un incontro a Priolo dopo la spinta dei deputati regionali Zito e Cirone Di Marco. Francamente poco.
Ora, politicamente è chiaro che Palermo con i suoi 20 deputati regionali, Catania con i suoi 17 e Messina con 11 dettano legge. Rappresentano la maggioranza assoluta. Ma non per questo le Regione può ragionare e decidere lungo quella triangolazione.
Siracusa, con la sua provincia, fornisce introiti non indifferenti alle casse regionali. Con le tasse della zona industriale, con l’export e con un’economia comunque vitale anche nell’ortofrutta. In cambio riceve, in proporzione, molto meno di quello che da.
Sarà che i deputati regionali di Palermo, Catania e Messina siano più “scaltri” o ben dentro meccanismi decisionali (tutto da dimostrare, per la verità). Ma il problema è un altro: la Regione deve capire che non si può più ragionare seguendo queste vecchie logiche di equilibrio politico. Il territorio tutto è ricchezza. Decidere a priori di mortificarne una parte per favorire ora Catania, ora Messina, ora Palermo è un boomerang clamoroso. E i risultati deludenti di questa ultima legislatura regionale sono stati evidenziati da chiunque.
Siano più decisi e arroganti i deputati siracusani, lo siano in gruppo e non da soli. E ritrovi la Regione contatto con la real politik che tanto manca a queste latitudini. Dove per far contento un amico che conta là piuttosto che qua si è disposti a sacrificare l’interesse (economico) della Sicilia intera.
La Port Authority è e resta ad Augusta. L’industria siciliana è Priolo-Melilli-Augusta. Il resto è gattopardismo mascherato da rivoluzione fallita.

 

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