Siracusa. La solitudine di Lo Giudice: segretario "dimissionato" dal partito

 Siracusa. La solitudine di Lo Giudice: segretario "dimissionato" dal partito

Nel litigioso Partito democratico provinciale solo su un punto sembra siano tutti d’accordo. L’area Renzi con Giancarlo Garozzo, l’area Orlando con Turi Raiti, l’area Dem con Enzo Pupillo chiedono tutti, anche se per ragioni parzialmente differenti, le dimissioni del segretario provinciale, Alesso Lo Giudice. Lo stesso segretario che l’area che fa riferimento all’ex assessore Bruno Marziano, con il supporto di Turi Rairi, avevano fortemente voluto e difeso a spada tratta. Altri tempi, evidentemente, tanto che Lo Giudice è praticamente rimasto solo. Una solitudine che potrebbe rendere possibile l’ipotesi di un commissariamento della forza politica di viale Teocrito. Le ultime elezioni regionali hanno rappresentato la goccia che ha fatto traboccare un vaso già da tempo colmo. Non è un caso se in pochi anni sono già stati tre i segretari provinciali che si sono succeduti e ogni cambiamento non è di certo stato indolore o privo di scontri accessi e polemiche portate in alcune circostanze anche sul tavolo delle dirigenze regionali e nazionali. L’ultimo capitolo di questa vicenda vede, per la prima volta dopo tanto tempo, una nota congiunta di Garozzo, Raiti e Pupillo. Indici puntati contro Lo Giudice e una dichiarazione che rappresenta soltanto il momento in cui, insieme, gli esponenti delle diverse anime del Partito Democratico locale, esprimono quanto, singolarmente, già detto.  “Dopo quanto accaduto in campagna elettorale, le dichiarazioni pubbliche che ne sono conseguite e le dimissioni della maggior parte dei componenti dell’esecutivo provinciale-scrivono i rappresentanti delle aree Orlando, Dem e Renzi-  il segretario provinciale del Partito democratico di Siracusa, Alessio Lo Giudice, ha il dovere di convocare una direzione provinciale per riflettere sulla situazione che si è determinata e dare la disponibilità a presentare le proprie dimissioni. Il partito necessita di un confronto serio sugli esiti della competizione elettorale e su come deve procedere per gestire gli impegni futuri che ci attendono e che presuppongono la piena unità del partito per evitare una sicura sconfitta elettorale. Per questa ragione bisogna avviare il confronto per rilanciare l’unità interna e cancellare insostenibili interessi di parte, frutto di accordi concordati fuori dagli organismi dirigenti di partito”.

 

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