Siracusa. "Mia figlia salvata da aneurisma cerebrale al Pronto Soccorso dell'ospedale Umberto I", lettera di una madre all'Asp

L’arrivo in Pronto Soccorso, la paura, il tempestivo trasferimento in elicottero al policlinico di Messina, una seconda nascita. A raccontare come gli operatori della struttura sanitaria diretta da Carlo Candiano all’ospedale Umberto I di Siracusa siano riusciti a salvare la figlia di 27 anni, colpita da aneurisma cerebrale, è la madre. Lo fa attraverso una lettera inviata all’Asp. Tiziana Sergi, così si chiama la madre della ventisettenne, è grata alla sanità siciliana e intende trasmettere un messaggio di fiducia, a fronte di tante polemiche e critiche.
Questa la lettera inviata all’azienda sanitaria provinciale.
“Ogni giorno leggiamo critiche continue ed attacchi incondizionati e a volte gratuiti contro l’operatività e l’efficienza del pronto soccorso di Siracusa e della funzionalità degli ospedali al sud, oggi io voglio scrivere per dire che non sempre questo è vero, anzi, spesso è proprio a casa nostra che riceviamo la migliore assistenza.
Il 27 ottobre mia figlia, 27 anni, è stata vittima di un aneurisma celebrale assolutamente imprevedibile.
Il 118 in pochi minuti è arrivato ed ha condotto mia figlia in ospedale dove hanno inizialmente cercato di far calmare il violento mal di testa con anti dolorifici.
Ad un tratto la porta si apre la dottoressa di turno ci chiama e con aria molto preoccupata ci chiede di autorizzare una tac: dice di voler escludere tutto e, nonostante la giovane età della paziente, una tac di controllo la farebbe stare più tranquilla.
Mentre attendiamo fuori dalla porta che facciano la tac ci rendiamo conto subito che qualcosa non va bene, l’atmosfera diventa tesa tutti corrono. Quella giovane dottoressa si trasforma in un leone, un’emorragia in corso, la stavamo perdendo quasi con le lacrime agli occhi cercava di informarci nel modo più indolore possibile senza riuscirci, perché anche lei era disperata. Solo dopo alcuni giorni ho saputo il suo nome: Emy Giarrizzo.
Bisognava operarla subito, nei tre ospedali possibili, Catania, Messina e Palermo, non c’era posto. Ma lei non si è arresa con il ruggito di un leone, lei così giovane e minuta, (almeno così la ricordo), cominciò a gridare per telefono puntando sulla giovane età della paziente, esigendo un posto immediatamente. Ci riesce: il policlinico di Messina si rende disponibile. Pronto soccorso di Siracusa, anestesista, tacchista, medici, tutti lavorano in sinergia con il policlinico, il tempo è vitale. Viene preparata qui per l’intervento e in elicottero portata a Messina dove viene subito operata in neuroradiologia dal Dott. Pitrone. La sua vita è ancora attaccata a un filo: neuro rianimazione, degenza e poi, dopo quasi un mese passa al Neurolesi Bonino Pulejo di Messina dove entra con la sedia a rotelle, e con danni alla sfera cognitiva. In questo centro di grande eccellenza siciliana mia figlia ha recuperato ed oggi è a casa cercando di riprendere la sua vita da dove aveva lasciato.
Quando mia figlia è uscita fuori pericolo i medici di Messina mi hanno subito detto che la tempestività e l’efficienza del pronto soccorso di Siracusa ha fatto la differenza. La professionalità del Policlinico di Messina, l’efficienza di tutto il personale, l’incredibile organizzazione del centro di riabilitazione Bonino Pulejo hanno fatto tutto il resto.
Il 6 novembre scorso a Roma, una ragazzina di 14 anni è morta a seguito di un aneurisma celebrale, forse per colpa della diagnosi tardiva dei medici. Ecco lei moriva a Roma mentre mia figlia a Siracusa veniva salvata.
La professionalità è fondamentale, e questa la si può trovare ovunque.
A tutti questi professionisti, operatori del 118, medici, infermieri e terapisti dico grazie.
Tiziana Sergi