Siracusa. La morte del maresciallo Gioia, la perizia: "suicidio improbabile, posizione innaturale"

 Siracusa. La morte del maresciallo Gioia, la perizia: "suicidio improbabile, posizione innaturale"

Non è stato suicidio. La perizia del medico legale Francesco Coco, consulente nominato dalla Procura, lascia spazio a pochi dubbi. Il maresciallo dei carabinieri, Licia Gioia, non si sarebbe tolta la vita. In quella casa di contrada Isola, dove in quella drammatica notte del 27 febbraio scorso si trovava insieme al marito 45enne, poliziotto, sarebbe successo altro.
E questo altro il medico legale ha provato a documentarlo nella sua consulenza tecnica, illustrata al sostituto procuratore Di Mauro nell’ambito del procedimento penale in corso.
Proprio il marito è chiamato a rispondere di omicidio colposo. In un primo momento l’accusa era di istigazione al suicidio. Poi l’emersione di ulteriori elementi ha convinto la Procura a muoversi diversamente.
Secondo quella che era stata una prima ricostruzione, la donna – al culmine di una lite nata probabilmente per motivi di gelosia – avrebbe impugnato l’arma di ordinanza per spararsi alla testa: il primo colpo l’avrebbe raggiunta alla tempia e, nel tentativo del marito di strapparle l’arma, sarebbe partito un secondo colpo che avrebbe raggiunto la vittima alla coscia e poi il poliziotto nella stessa parte del corpo.
Ma secondo la perizia redatta dai tecnici incaricati dal pm poche settimane dopo i fatti, la giovane maresciallo dei carabinieri potrebbe essere stata raggiunta da un “colpo di rimbalzo”. Una pallottola deviata forse da una specchiera per poi raggiungere la donna dietro l’orecchio destro, fuoriuscendo dalla parte opposta. E già questi primi rilievi avevano sollevato sospetti circa la pista suicidaria. Adesso arriva la perizia del medico legale.
Secondo il perito, il suicidio sarebbe “in astratto ed in ipotesi remota compatibile”. Ma la posizione del corpo è “innaturale e inusuale, con notevole flessione del rachide cervicale e del tronco”. E’ insomma una posizione scomoda e innaturale, non usuale per chi vuole togliersi la vita.
Tutto diventa più chiaro quando, senza esitazione, il medico legale afferma che “l’ipotesi più probabile è che la donna abbia cercato di sfuggire a qualcuno”. Il maresciallo Gioia avrebbe portato il braccio sinistro al volto nel tentativo di allontanare una mano, l’ipotesi. Si spiegherebbero così delle tracce rinvenute dai Ris sull’arto. Ma la posizione di rinvenimento del corpo è diversa. “E’ possibile che dopo l’esplosione del colpo la mano sia caduta sull’addome, nella posizione documentata in sede di sopralluogo”, spiega nella perizia sempre il medico legale.
Dubbi vengono poi avanzati dubbi sul secondo colpo. “Sicuramente non esploso nell’immediato dopo il primo”. Sarebbe trascorso del tempo. Quanto, è difficile da ipotizzare con certezza. “La lesione alla coscia non è vitale ed è stata prodotta su paziente già morta”. E quel secondo colpo non sarebbe potuto partire dalla mano della maresciallo, già colpita seriamente alla testa. Su questo è fermo il medico legale.
“Le risultanze della perizia chiariscono i contorni della dolorosa vicenda e confortano i familiari del maresciallo Gioia. Non hanno mai creduto alla tesi del suicidio”, ricorda l’avvocato Aldo Ganci. “Facciamo lavorare la Procura. Si stanno muovendo in modo egregio. Noi attendiamo l’evolversi della situazione, nella certezza che la verità verrà fuori”, la chiosa del legale.

 

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