Siracusa. Niente Fiera dei Morti, diatriba Comune-ambulanti per una tradizione che salta

 Siracusa. Niente Fiera dei Morti, diatriba Comune-ambulanti per una tradizione che salta

Per la prima volta in almeno un trentennio, niente fiera dei morti a Siracusa. La tradizione si è interrotta per una quanto meno curiosa contrapposizione tra venditori ambulanti e Comune di Siracusa. Risultato? Niente bancarelle.
A decidere di non montare sono stati i venditori che si erano aggiudicati gli spazi. Ufficialmente perché, a loro dire, la nuova sede di viale dei Comuni non era adatta e loro non lo sapevano che la fiera si sarebbe svolta lì.
In realtà, il cambiamento era noto da tempo. E nel rispondere all’avviso per assicurarsi lo spazio per la propria bancarella i venditori avranno certamente letto che la nuova sede era quella e non più Ortigia. Sulla bontà di questa decisione dell’assessorato attività produttive si può discutere e, visto il risultato, non è sembrata azzeccata. Ma la forzatura degli ambulanti è anche essa degna di nota (di censura). Meglio sarebbe stato montare e poi lamentare l’eventuale fiasco e non polemicamente rifiutarsi di iniziare, danneggiando in fondo anche la città e quei siracusani che in viale dei Comuni ci sarebbero pure andati.
In questa vicenda non vince nessuno e nessuno dei contendenti ha ragione. Sorprende però come 23 ambulanti possano mettere sotto scacco un intero settore di palazzo Vermexio e far fallire per ragioni che sembrano più che altro politica una tradizione di oltre 30 anni.
Giudizio su cui non concordano proprio i venditori. “Una organizzazione ridicola. Avremmo perso solo i soldi della merce, del suolo pubblico e del personale”, spiega uno di loro. “Il Comune non aveva predisposto niente. Niente illuminazione pubblica, niente luminarie, niente bagni chimici o servizi. E poi non avevano neanche fatto pubblicità alla nuova sede. Così ci avevano condannato al fallimento. Ci hanno scritto tre giorni prima della fiera e quando siamo arrivati c’erano solo i vigili urbani per il suolo pubblico e nient’altro”.

 

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