Siracusa. Parcheggiatori in pettorina alla Neapolis, turisti stupiti: 3 euro l'ora "per la sorveglianza"

Sono in tre e con metodi diversi si prendono “cura” delle auto dei visitatori del parco archeologico della Neapolis, posteggiate negli spazi a strisce blu o nei pressi del camposcuola. Una situazione “tollerata” al punto da essere quasi “legale”. Per i siracusani almeno. Ma non per i turisti, tanti, e straniti di fronte alle richieste di quei soggetti in pettorina arancione, tanto visibili quanto abusivi.
Alcuni, ad onor del vero, vorrebbero mettersi in regola creando una cooperativa ed usando – in concessione – quello spazio recintato del campo di calcio del Pippo Di Natale. Ma nessuno, a livello amministrativo, ha dato seguito alla proposta di alcuni di questi ragazzi che sbarcano il lunario lungo quella strada, vendendo con sovrapprezzo i grattini per la sosta a due passi dal parco archeologico.
La presenza è, però, invasiva. E le modalità di approccio ai visitatori non sono sempre delle migliori. Uno, in particolare, sarebbe particolarmente “aggressivo”.
Decine le segnalazioni raccolte dalla redazione di SiracusaOggi.it. E tutte più o meno dello stesso tono. “Un arrogante parcheggiatore abusivo con un giubbino arancione, spacciandosi per addetto a quegli spazi di sosta, con fare mafioso chiede 3 euro l’ora per il parcheggio dell’auto”. Eppure i grattini costano 80 centesimi l’ora. “Il parcheggiatore mafioso ribatte che nella sua tariffa è inclusa la sorveglianza dell’auto”, spiega Fabio, anche in un lungo sfogo su Facebook. “Mi rifiuto categoricamente di pagare e vado ad acquistare i tagliandi al bar di fronte l’ingresso del parco archeologico. Il signor parcheggiatore mafioso si altera non poco, dicendo che qui a comandare sono loro e che i vigili e le forze di polizia di Siracusa sono al corrente del loro operato. Complimenti!”.
Il racconto, simile a decine di altri, fa diventare rossi di vergogna. In fondo, i parcheggiatori sono i primi a sapere che al di là di una multa non rischiano nulla. E la città “cede”, complice, la sua autorità. Eppure tutti, autorità comprese, sanno cosa succede, alla Neapolis come in Ortigia. “Il cittadino denunci, altrimenti non possiamo fare nulla”, il refrain. Ma adesso non serve la contestazione di estorsione per procedere. C’è il Daspo Urbano, la Municipale la usi.