Siracusa. Peso del fisco eccessivo, la Cna: "Fare scelte utili per l'economia"

La Cna parte dai dati raccolti dall’Osservatorio permanente sulla tassazione di artigiani e piccole e medie imprese e sottolinea i dati emersi. Siracusa è risultata la diciassettesima città più tassata d’Italia, con il 65,2 per cento di pressione fiscale, con un 4,2 per cento in più rispetto alla media nazionale e un lieve calo, dell’1,4 per cento nel passaggio dal 2015 al 2016. Dati emersi nei giorni scorsi, che servono alla Cna per sottolineare alcuni aspetti che andrebbero affrontati, per l’organizzazione di categoria, immediatamente. “In Sicilia fanno peggio solo Catania (tassazione globale prevista al 2016 pari al 68,5%) e Messina (65,3%)-spiega Antonino Finocchiaro, presidente provinciale di Cna Siracusa-  Seguono gli altri con la performance migliore di Enna (59,4%).Il centro studi ha infine calcolato il Tax Free Day, un modo semplice ed efficace per capire fin dove arriva in dodici mesi la mano del fisco sulle piccole imprese. Il limite oltre il quale inizia il guadagno dell’impresa è il 26 agosto (media nazionale il 14 Agosto)”. La domanda che la Cna si pone è principalmente una: quanto resta nel 206 alle imprese?“La verifica – commenta  Finocchiaro– ci racconta di un territorio con una tassazione ancora estremamente elevata e con un basso reddito d’impresa. In una fase come quella che viviamo non possiamo che auspicare un incremento sostanziale della riduzione dei tributi nei confronti delle imprese vessate anche da decine di adempimenti burocratici. la piccola riduzione che registriamo, se prendiamo un dato neanche tanto lontano come quello del 2011 non riesce per niente a colmare i 5 punti percentuali in meno di allora. Ancora una volta ribadiamo che è proprio da queste realtà che si può rifare l’Italia, dalle micro e piccole imprese. Fare scelte utili per la loro ripartenza è l’unica soluzione per dare respiro al paese, si smetta di pensare sempre e solo alle politiche assistenziali e si investa su di esse. Per dirne una, su tutte, lo split payement ha messo in ginocchio migliaia di imprese e non si capisce che scelte del genere avviliscono quel pò di economia sana dell’Italia».«Abbiamo la necessità di riformare il fisco una volta per tutte – afferma Gianpaolo Miceli, coordinatore dei Giovani Imprenditori – perché esperienze come quelle dell’IMU sui capannoni ha falciato insensatamente un mondo già in difficoltà vanificando gli sforzi di competitività delle imprese in un mercato ormai globale. Di contro registriamo una buona azione sui giovani sia sul livello nazionale che su quello locale ma per determinare una ripresa occorre una tassazione sostenibile qualel primo passo per la ripresa di un paese con grandi prospettive ma con problemi atavici che non riesce a scrollarsi di dosso, siamo prudentemente felici per l’inversione di tendenza di quest’anno ma ci aspettiamo molto, molto di più per favorire l’economia reale ed i tanti giovani che intendono nonostante tutto investire in questo territorio».