Debiti Provincia, Bono: "I conti non tornano"

nicola bonoL’ennesima ‘trappola’per nascondere le responsabilità della Regione. E’ in questo modo che lex presidente della Provincia regionale di Siracusa, Nicola Bono legge la notizia dello sblocco di 588 mila euro da parte della Regione e destinati all’ente, come parte residua di un vecchio debito vantato dal governo di Palermo nei confronti della Provincia. Nessuna ragione per esultare, secondo l’ex presidente. Al contrario, ci sarebbe un ulteriore tentativo di confondere le acque, senza tirare in ballo la banca tesoriera che , “malgrado oltre trenta milioni di decreti ingiuntivi emessi in favore  dell’amministrazione provinciale, rifiuta la concessione di anticipazioni di cassa per fare fronte ai bisogni dell’ente Provincia”. Bono ribadisce come, alla base della carenza di liquidità della Provincia ci sia un lungo percorso, partito nel 2010, con la stabilizzazione dei precari. “Da gennaio 2011- ricorda l’ex presidente-la Regione, che ne era obbligata per legge, negò qualsiasi pagamento della quota a suo carico degli stipendi”. Un importo di oltre sei milioni di euro l’anno che sarebbe venuto a mancare e che, da quel momento, sarebbe stato anticipato dalle casse della Provincia, fino ad esaurire i saldi di tesoreria fino ad allora mantenuti su una media annua di oltre venti milioni di euro. La Regione ha così maturato un debito di oltre 16 milioni di euro, per ottenere i quali l’amministrazione Bono ha presentato dei decreti ingiuntivi adesso ritirati. “Fuorviante- secondo lui- esultare per avere ottenuto 588 mila euro”, anche perché “a fronte della somma di 4 milioni 288 mila euro erroneamente erogata nel 2005  dalla Regione e furbescamente incassata dall’allora amministrazione provinciale, che più volte la Provincia ha riconosciuto dovuta e invitato la regione a decurtare dal monte debito, la Regione ha risposto con una richiesta mai documentata di un debito di 5 milioni 360 mila euro. La differenza di oltre un milione – conclude Bono – ha impedito che si chiudesse la vicenda.