Siracusa. Sai 8 e polemiche, Marziano: "Mi tirino fango addosso, le posizioni su cui riflettere sono di altri"

E’ stato in silenzio per settimane. Ha seguito l’evolversi di riunioni e pareri. Poi Bruno Marziano, ex presidente della Provincia Regionale ai tempi della nascita di Sai 8, è sbottato. “Inutile il tentativo di coinvolgermi nella polemica relativa al fallimento di Sai 8. Il contratto per la gestione del servizio idrico integrato in provincia di Siracusa è stato stipulato con il consenso di buona parte dei sindaci e del consiglio d’amministrazione dell’Ato idrico”. Respinge così le accuse che ritiene gli vengano mosse da vari esponenti dell’area Renzi del Partito democratico siracusano. “Tentano da tempo di coinvolgermi nella polemica sul fallimento di Sai 8, con tutti gli aspetti giudiziari connessi e sulle decisioni assunte dalla curatela fallimentare. Un tentativo andato a vuoto e che non serve a far dimenticare la verità o a cambiare le carte in tavola”.
Buona parte del percorso che portò all’affidamento del servizio risale al periodo in cui Marziano era presidente della Provincia e,quindi, dell’Ato. “Ho portato avanti -puntualizza il parlamentare dell’Ars- una decisione che, in più tappe e in più occasioni, era stata assunta all’unanimità dai 21 sindaci dei comuni della provincia di Siracusa. Inoltre, in occasione della decisione finale,la maggior parte dei primi cittadini ha espresso parere favorevole, così come ha fatto gran parte del Cda. In quelle decisioni si riconosceva la maggioranza delle forze politiche locali”. Marziano parla di regole e norme contrattuali che esistevano, ma che “non sono state fatte rispettare al gestore da chi ne aveva titolo ed obbligo”.Poi il tono si fa più duro e il deputato regionale del Pd traccia un quadro ben chiaro di quanto sarebbe accaduto dopo la stipula del contratto. “Io mi sono dimesso-premette- e non ho più avuto alcun ruolo nella vicenda. Altri esponenti politici non possono dire altrettanto.Io non ho mai avuto rapporti di consulenza remunerati profumatamente, non sono titolare di aziende che hanno ricevuto affidamenti o subappalti, né ho beneficiato di assunzioni di tipo familiare”.