Siracusa. Sgarbi "incasina" il piano paesaggistico, tutto potrebbe tornare in discussione

Il piano paesaggistico per la provincia di Siracusa divide e fa discutere. Tra chi lamenta vincoli troppo stringenti e chi esulta per la tutela estrema del bene comune, spunta ora una nota dell’assessorato regionale che potrebbe rimescolare a breve le carte. E dire che con la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale sembrava cosa fatta e assodata. Adesso, invece, il nuovo colpo di scena.
L’ultima parola spetterà al dirigente generale ed all’assessore regionale ai Beni Culturali prossimi venturi. Ma l’atto di indirizzo lasciato in eredità da Vittorio Sgarbi, ex responsabile della rubrica, è chiaro. “Ritirare la pubblicazione del decreto (che istituisce il piano paesaggistico, ndr) e risottoporlo all’attenzione dell’assessore regionale, insieme a una relazione illustrativa”. Illustrativa di cosa? Di una serie di circostanze che vengono definite “singolari”. A cominciare dalla firma in calce al decreto, che è quella dell’assessore Notarianni che però “al momento della pubblicazione dell’atto era da tempo cessato dalla carica”. Non solo, anche lo “iato temporale tra la data del decreto e quella di pubblicazione” non convince l’assessorato che non vuole la responsabilità di un atto che non ha firmato e di cui non conosce i contenuti.
Nella nota inviata il 4 aprile al dirigente ed al servizio pianificazione paesaggistica del Dipartimento Regionale dei Beni Culturali, Vittorio Sgarbi spiega che pur non prefigurandosi profili di irregolarità dell’atto, “logica procedimentale avrebbe imposto che (…) il contenuto del decreto venisse sottoposto” all’attenzione del nuovo assessore per l’approvazione e – solo dopo – anche la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
La premura con cui si è chiusa la vicenda, insomma, non è piaciuta all’ex assessore Sgarbi che lascia ora questa patata bollente al suo successore. Dalla piega che prenderà la questione, dipendono anche gli sviluppi di importanti vicende come la costruzione di un resort alla Pillirina da parte di Elemata Maddalena.
Battaglie decennali, combattute anche nei tribunali amministrativi. E questa posizione formale dell’assessorato – una sorta di ammissione di “ignoranza” dell’atto – potrebbe incidere sulla decisione del Cga prevista per luglio e – nel caso in cui il decreto istitutivo del piano paesaggistico non venisse revocato – anche sul ricorso contro lo stesso piano paesaggistico davanti al Tar di Catania.