Siracusa. Società in house, citati in giudizio dalla Corte dei Conti 39 amministratori e consiglieri

 Siracusa. Società in house, citati in giudizio dalla Corte dei Conti 39 amministratori e consiglieri

Citati in giudizio dalla Procura della Corte dei Conti 39 tra ex sindaci, assessori e consiglieri comunali. Una vicenda che risale al 2008 e per la quale viene adesso chiesto il pagamento di poco più di 208 mila euro, costo sostenuto per la costituzione di società in house poco dopo sciolte, con relativo sperpero, secondo l’accusa, di denaro pubblico. Davanti al giudice contabile compariranno il 16 novembre i consiglieri comunali dell’epoca: Edy Bandiera, Mauro Basile, Alfredo Boscarino, Pippo Bufardeci, Mariano Caldarella, Giuseppe Casella, Salvo Castagnino, Salvo Cavarra, Sergio Claudio, Roberto Di Mauro, Giacinto Ferrara, Rosario Fortuna, Giancarlo Garozzo, Giuseppe Gentile, Giuseppe Leone, Giancarlo Lo Manto, Gaetano Malignaggi, Nando Mancosu, Ferdinando Messina, Roberto Messina, Marco Ravalli, Marco Reale, Domenico Richiusa, Michele Sipala, Salvo Sorbello, Luciano Spicuglia e Nino Zito, insieme al sindaco dell’epoca, Titti Bufardeci e agli assessori della sua giunta: Roberto Visentin, Concetto La Bianca, Ezechia Paolo Reale, Bernardo Giuliano, Ciccio Midolo, Paolo Romano, Carlo Regolo, Gianmarco Lo Curzio, Marcello Burti e Carmelo Fileti. Le quattro società in house erano state costituite per internalizzare i servizi affidati a società esterne. La proposta fu approvata in giunta per poi essere sottoposta al consiglio comunale, che l’approvò all’unanimità dei presenti diversi mesi dopo. Una volta costituite le società, furono costituiti i relativi consigli d’amministrazione, i cui componenti percepivano un emolumento. Subentrando, successivamente nuove disposizioni adottate dal governo Monti, con la relativa politica di spending review, le società furono sciolte. La proposta della giunta era stata approvata a fine febbraio, prima che l’allora sindaco Bufardeci si dimettesse per candidarsi alle elezioni regionali. giuridicamente dissennata e fraudolenta quanto economicamente dispendiosa e nociva”.

 

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