Siracusa. Teoria gender, 2 mila firme per la petizione che chiede lo stop al progetto "Educare alle differenze"

 Siracusa. Teoria gender, 2 mila firme per la petizione che chiede lo stop al progetto "Educare alle differenze"

Sfiora le 2.000 firme la petizione online lanciata sulla piattaforma di citizengo.org per chiedere “lo stop alla teoria gender a Siracusa”. Alla base dell’iniziativa c’è l’adesione del Comune alla rete “Educare alle differenze” che i promotori della raccolta firme via web definiscono “collettivo partecipato da associazioni femministe, gay, lesbiche, bisessuali e transessuali per la sponsorizzazione nelle scuole comunali, sin dagli asili nido e dalle scuole dell’infanzia, dell’ideologia del Gender, per cui l’identità di genere di una persona sarebbe fluida e indipendente dal suo naturale sesso biologico maschile o femminile”.
Nel testo della petizione, diretta al sindaco Giancarlo Garozzo, i firmatari chiedono che “il Comune rispetti il diritto di priorità educativa delle famiglie di Siracusa. Le famiglie hanno il diritto di insegnare la verità ai loro figli e alle loro figlie. Che uomini e donne si nasce, non si diventa”. Per questo chiedono al Comune di non spendere un solo euro pubblico “per la colonizzazione ideologica del gender nelle scuole”.
La risposta ai contestatori arriverà domani mattina nel corso di un incontro pubblico organizzato da Stonewall Siracusa, una delle tre associazioni che hanno dato vita al network Educare alle Differenze (le altre sono S.C.O.S.S.E. di Roma e Il progetto Alice di Bologna, ndr). Appuntamento alle 10,30, nella sala Arci di piazza Santa Lucia. “Educare alle differenze -spiega la presidente di Stonewall, Tiziana Biondi – significa insegnare a bambine e bambini il rispetto dell’altro da se, qualunque esso sia, indipendentemente dal sesso di appartenenza, la provenienza geografica, il credo religioso, l’orientamento sessuale o le abilità fisiche e psichiche possedute. Questo, per combattere fenomeni discriminatori, prevaricazioni ed in taluni casi persino abusi, perpetrati sempre in maggior numero all’interno delle scuole di ogni ordine e grado e nella vita di tutti i giorni”.
Nessun legame con la diffusione della cultura gender: lo ribadisce l’assessore alle politiche scolastiche, Valeria Troia. “Vogliamo creare una città accogliente e inclusiva con i fatti e non solo a parole, capace di garantire a tutti pari opportunità, pari diritti e pari cittadinanza. A tutti, nessun escluso, a prescindere da ciò che pensano, dalla religione che professano, dal colore della pelle, della loro provenienza o dalle preferenze sessuali. Le circostanze hanno voluto che la nostra iniziativa coincidesse in termini di tempo con quanto Arcigay (associazione che gode del nostro rispetto e della nostra considerazione) sta promuovendo negli istituti superiori, dunque fuori dalla nostra competenza, i cui contenuti e le cui modalità non siamo tenuti a conoscere”.

 

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