Siracusa. Una società uninominale creata dall'Ato gestirà il servizio idrico dopo la curatela fallimentare

 Siracusa. Una società uninominale creata dall'Ato gestirà il servizio idrico dopo la curatela fallimentare

Ancora un no al ritorno dei privati nella gestione del servizio idrico integrato. Acqua pubblica, questa è la volontà espressa stamattina dal commissario straordinario dell’Ato idrico, Ferdinando Buceti. Ma sul percorso necessario per arrivare all’obiettivo non c’è accordo (politico) tra i sindaci del siracusano. Augusta, Buccheri, Floridia, Lentini, Noto, Pachino, Portopalo, Priolo, Siracusa e Solarino: erano tutti rappresentati nell’incontro di questa mattina, nella sala degli stemmi della (ex) Provincia Regionale. Ma fino a ieri pensavano di poter dare vita a tre diverse società di mini ambito sulla base dei bacini idrogeografici. Ma Buceti ha spiegato loro che la soluzione migliore sarebbe la costituzione di una società uninominale, creata direttamente dall’Ato idrico e che gestisca in house il servizio in attesa della nuova normativa regionale. Il lavoro svolto dai Sindaci in queste ultime settimane non andrà sprecato, anzi dati e spunti confluiranno nel definitivo piano industriale. “C’è urgenza, il 26 maggio scade la curatela e il servizio non può restare senza gestore. La gestione pubblica unitaria sarà garantita dall’Ato 8”, ha spiegato Buceti.
Restano al momento fuori i sindaci dei cosiddetti Comuni ribelli, quelli che non avevano consegnato gli impianti a Sai 8. Ma il commissario ha auspicato  che “una volta interpellati, valutino la possibilità di aderire, dando così esempio di come, in un’area geografica che ha visto una gestione privata discutibile del servizio, si possa invece gestire il fondamentale servizio idrico in modo pubblico e nell’interesse della collettività, senza disperdere i fondi comunitari e regionali già stanziati, migliorando i servizi e calmierando il prezzo, secondo l’indirizzo politico dell’Assessore Marino”. I sindaci, quelli che si sono ritrovati al tavolo con Buceti, hanno chiesto di venire coinvolti nel percorso di creazione della nuova società (“avrà una durata di tre anni”). Ma il commissario straordinario sa bene che la politica va tenuta a distanza per non impantanare un cammino sin qui non proprio agevole.

 

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