Siracusa. Venti di guerra nel Pd sconfitto. Garozzo: "il partito non esiste più"

Inevitabilmente, dopo spaccature e alleanze dell’ultima ora, dopo esclusioni dalla lista e bocciature eccellenti, il Pd siracusano rischia di implodere. Tutti contro tutti. A fare la voce grossa è il sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo. L’esponente renziano, forte del risultato del “suo” candidato alle regionali, Cutrufo, frettolosamente liquidato dal Pd e spedito in Alternativa Popolare, attacca i vertici provinciale e regionale del Pd.
“Dopo il risultato disastroso fatto registrare dal Partito democratico, sia a livello regionale che provinciale, il segretario regionale Fausto Raciti e il segretario provinciale di Siracusa Alessio Lo Giudice dovrebbero dimettersi. E con loro dovrebbe fare una seria riflessione anche Matteo Orfini che in piena campagna elettorale, invece di venire in Sicilia per sostenere la candidatura di Fabrizio Micari a presidente della Regione, ha pensato bene di recarsi a Carlentini per fare cosa? Costituire l’area Orfini. Viene da ridere ma la cosa è tristemente seria”, si sfoga Garozzo
“Resto basito e fortemente perplesso davanti agli atteggiamenti tenuti da questi tre personaggi, Raciti, Lo Giudice e Orfini, prima, durante e dopo la campagna elettorale per le regionali.
Il segretario provinciale Lo Giudice, il giorno dopo le elezioni dirama un comunicato stampa di pura retorica per redarguire personalità varie quasi a voler attribuire loro i risultati ottenuti dal partito in provincia, farfugliando di regole e di statuto”. Per Garozzo, il Pd “non esiste più”. E definisce “voto di scambio” quell’accordo che ha coinvolto l’area nord della provincia a favore “di un candidato favorito a Raciti” (Cafeo, ndr) dietro promessa – sostiene il sindaco del capoluogo – di ipoteche candidature alle nazionali.
“Se dirigenti provinciali, regionali e nazionali si comportano in questa maniera e si prestano a queste operazioni di basso cabotaggio è chiaro a tutti che il Pd non c’è più.
Il risultato fallimentare registrato alle elezioni regionali è da attribuire in larga parte proprio a Raciti che ha gestito in maniera scomposta tutto il percorso verso le elezioni, dalla stesura delle liste al metodo per scelta del candidato presidente. Questo fa di lui l’artefice e l’attore principale del disastro del Pd. A mio avviso l’unica cosa che possono fare e rassegnare immediatamente le dimissioni”.