Siracusa. Verso il "no" definitivo al resort alla Pillirina: tutela o retrogusto di occasione mancata?

A meno di sorprese (poco probabili) dell’ultima ora, anche la versione riveduta e corretta del progetto di resort alla Pillirina è destinata a sbattere contro un muro di “no”. La parola, più o meno definitiva, spetta alla conferenza dei servizi convocata per quest’oggi. Ma già le indiscrezioni a poche ore dalla riunione lasciano presagire un risultato scontato, per la gioia di chi ha sempre criticato un simile progetto.
La Soprintendenza avrebbe infatti trasmesso parere negativo e potrebbe “disertare” la conferenza dei servizi. Rendendola quindi quasi inutile. Eppure Elemata Maddalena, la società interessata alla realizzazione di un villaggio turistico nell’area già di sua proprietà, ha ampiamente rivisto e corretto il progetto originario: meno cemento, maggiore distanza dalla linea di costa delle costruzioni, aree a verde aumentate e – in generale – minor impatto ambientale.
Non è bastato però per far cambiare alcuni orientamenti, dopo anni spesi tra pronunciamenti in ordine sparso di Comune, Regione e Tar. E adesso si va verso il tramonto definitivo del progetto, con Elemata Maddalena in concordato preventivo dopo mesi e mesi di esposizione con banche e fondi investimento.
Da sempre critico verso il progetto è il coordinamento di Sos Siracusa secondo cui anche il progetto ridimensionato “rappresenta uno stravolgimento dei luoghi in contrasto con la valenza paesaggistica e la destinazione naturalistica dell’area”. Gli ambientalisti tornano a chiedere con forza la ripresa dell’iter istitutivo della Riserva. Perchè per Sos Siracusa la Pillirina ed il Plemmirio sono già così “un’occasione di sviluppo sostenibile ed a lungo termine che non possiamo permetterci di perdere”.
Se veramente è arrivata al capolinea l’idea di costruzione di un resort extralusso – investimento privato che avrebbe creato un seppur minimo indotto di occupazione e immesso nel circuito produttivo locale cifre importanti nel settore costruzioni per la sua realizzazione – obbligo morale di chi ha da sempre avversato la sua realizzazione dovrebbe adesso essere l’impegno nel trasformare concretamente la Pillirina in quella occasione di sviluppo sostenibile di cui tanto si parla. Perchè mettere a “reddito” le bellezze di un territorio, a fronte del rispetto dovuto al territorio, non è un crimine. A meno di non iniziare un serio riesame di quarant’anni di scelte sbagliate, da Fontane Bianche al litorale di via Elorina: mare vietato, bellezza cementifica, nessun guadagno per la collettività.