Siracusa. "Un Castello Maniace per il dottor Spok", affondo contro la caffetteria di piazza d'Armi: "Il sindaco fermi questo scempio"

Non accennano a placarsi le polemiche intorno alla realizzazione della caffetteria nell’ex piazza d’Armi, nell’area del Castello Maniace. L’avvocato Salvo Salerno, il parroco Rosario Lo Bello, la docente di Archeologia Classica, Flavia Zisa, l’architetto Francesco Santalucia, ,ex dirigente dei Beni Culturali della Regione, l’insegnante di filosofia Claudio Ternullo e il presidente di Italia Nostra Sicilia, Leandro Janni, tornano sul tema con una nette presa di posizione. Indice puntato contro il sindaco, Francesco Italia e contro la sua amministrazione. I firmatari di un documento diffuso in mattinata contestano il fatto che l’attuale amministrazione comunale non sia responsabile dell’iter che ha preceduto l’apertura del cantiere, “essendo il sindaco attuale, vicesindaco fino a pochi giiorni fa”. Fanno, inoltre, notare, come non servisse valorizzare un luogo che valorizzava già, per le proprie caratteristiche, quello scorcio di Ortigia con la sua “veduta e il lento camminare verso il Castello”. Una forzatura, secondo gli oppositori del progetto, fare ricorso ad una norma economica che disciplina le valorizzazioni di fabbricati demaniali in disuso da affidare all’imprenditoria privata per recupero e ristrutturazione.  “Se degrado esiste in quella piazza, lo si trova, sotto forma di rifiuti, solo successivamente agli eventi festaioli che tanto piacciono al sindaco Italia e che hanno ridotto il centro storico in una discarica di bottiglie di birra e avanzi di fritturine-scrivono -E a prescindere da tutto, chiediamo alla giunta se è questo giocattolone da Star Trek la vostra idea di valorizzazione. Come infatti già intuibile dalla struttura in costruzione, l’impatto visivo del volume specchiante finale confonderà e sovrasterà la perfetta geometria del Castello che ha fatto la storia dello skyline di Ortigia. Adesso, questovolgare segno contemporaneo autorizzato dalla Soprintendenza resterà alla storia come il più grande specchietto per le allodole di un turismo di consumo di beni non culturali ma prandiali (cibo e bevande). Dando infine il segno tangibile, anche dal mare, di cosa sia diventata Ortigia sotto l’amministrazione Italia”. L’unica strada corretta da seguire, per Salerno, Lo Bello, Ternullo, Zisa, Santalucia e Ianni è quella di ordinare lo “stop” ai lavori “per evitare un danno irreversibile per i siracusani e di immagine per il Comune”.