Siracusa. Migliaia di fedeli alla via Crucis al Teatro Greco

“Il mistero della morte di Cristo per illuminare i drammi dell’umanità”, un luogo suggestivo, ricco di storia, oltre che di bellezza. Migliaia di fedeli hanno preso parte, ieri pomeriggio, alla via Crucis cittadina, organizzata dalla Basilica del Santuario della Madonna delle Lacrime, in collaborazione con l’Inda, il servizio regionale Parco Archeologico della Neapolis e con il supporto della società Kairòs. Dieci stazioni all’interno del Teatro Greco, poi l’undicesima, all’ingresso del parco archeologico e l’ultima al Santuario della Madonna delle Lacrime.  Ad introdurre la Via Crucis, presieduta dall’Arcivescovo Mons. Salvatore Pappalardo, è stato il rettore del Santuario della Madonna delle Lacrime, don Luca Saraceno, che ha iniziato con alcune delle parole che Papa Francesco ha lasciato scritte nella sua prima Esortazione Apostolica: “Tutte le espressioni di autentica bellezza possono essere riconosciute come un sentiero che aiuta ad incontrarsi con il Signore Gesù. Si tratta di recuperare la stima della bellezza per poter giungere al cuore umano e far risplendere in esso la verità e la bontà del Risorto” .  “In questo stupendo luogo- ha aggiunto Don Luca Saraceno- che da 2500 anni silenziosamente parla di amore assoluto per il bello, piantiamo l’albero della croce, utilizzando gli unici strumenti che abbiamo a disposizione: la Parola del Vangelo, le parole degli uomini e la creatività che scaturisce proprio dall’incontro tra la divina Parola e le parole umane, audacemente mescolate insieme su questa scena. Raccontare il Vangelo in modo rispettoso e gentile, consegnato con semplicità in questo speciale Santuario della commozione che ha per secoli celebrato i riti di una collettiva purificazione, attraverso le rappresentazioni dei drammi antichi della vita degli uomini. La conclusione dentro all’ultimo dei Santuari che gli uomini di questa città hanno elevato verso il cielo, a memoria di un evento che parla di un linguaggio disceso in forma di lacrime, espressioni della partecipazione e della cura, della compassione e della tenerezza del Padre per i figli attraverso gli occhi della Madre”. Lettori d’eccezione Elisabetta Pozzi e Massimo Venturiello, attori impegnati quest’anno nelle rappresentazione classiche. A fare da sottofondo il suono del violino di Cristina Fanara, e il canto di Rosolino Vicino.