Ingegnere "povero": evasione da 600 mila euro

Tutto sarebbe partito dalla individuazione di alcune anomalie riscontrate nelle dichiarazioni dei redditi presentate dal professionista negli anni dal 2008 al 2012. I compensi risultavano inferiori a 4.000 euro annui.
Una condotta che permetteva non solo di ridurre l’onere fiscale ma anche di beneficiare del cosiddetto “regime fiscale per i contribuenti minimi”, consistente in una serie di agevolazioni ai fini della compensazione dell’Iva e della semplificazione degli adempimenti contabili.
Le Fiamme Gialle hanno ricostruito il reddito reale attribuibile al professionista mediante il ricorso alle indagini finanziarie. Dall’analisi dei conti correnti sono emerse consistenti movimentazioni che hanno confermato l’ipotesi investigativa dell’evasione posta in essere e la quantificazione delle ingenti somme sottratte a tassazione.