Operazione Alcatraz, spaccio di droga nel carcere di Augusta: arrestate 11 persone

Come il noto penitenziario americano, è stata ribattezzata Alcatraz l’operazione della Dda di Catania che ha sgominato un’organizzazione dedita al traffico di hashish all’interno del carcere di Augusta. Undici persone sono state arrestate, nove in carcere mentre per due degli indagati sono stati disposti i domiciliari.
La droga – e in alcuni casi anche dei telefonini – entravano nell’istituto di pena insieme a detenuti al rientro da permessi premio, oppure nascosti in involucri di patatine da persone in visita dall’esterno. Ma i sistemi erano vai, anche pannolini per bambini o brick di succhi di frutta lasciati in appositi cestini dei rifiuti da dove venivano recuperati da chi sapeva cosa fare.
L’indagine hanno preso le mosse dalle dichiarazioni di alcuni detenuti che hanno permesso, attraverso una serie di accertamenti e servizi di controllo, di risalire e ricostruire l’organizzazione ed il traffico di droga in carcere. Un’attività tecnica condatta dal Gico del nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Catania e dal nucleo Investigativo regionale di Palermo della Polizia penitenziaria.
Sono stati arrestati e condotti in carcere il 39enne Ignazio Ferrante, Michele Ferrante (60), Andrea Marino (46), Domenico Misia (36), Giuseppe Misia (25), Angela Palazzotto (48), Valentina Romito (32), Andrea Scafidi (32) e Carmelo Valentino (52). Disposti invece i domiciliari per Giuseppe Arduo (26 anni) e Clotilde Maranzano (61) anni. Il provvedimento restrittivo è stato eseguito tra Sicilia, Calabria e Friuli Venezia Giulia.
Secondo le risultanze d’indagine, a capo dell’organizzazione vi sarebbero stati i detenuti Andrea Marino e Ignazio Ferrante. Per l’accusa, il primo “avrebbe impartito dal carcere direttive” a complici all’esterno su “quantitativi, tipologia, prezzi e modalità di pagamento della droga, coordinando le successive fasi di introduzione clandestina e cessione ad altri detenuti”. Il secondo, si legge nelle carte dell’inchiesta, “avrebbe curato l’approvvigionamento, il confezionamento, il trasporto e l’ingresso dello stupefacente” nella struttura carceraria, coadiuvato da sei complici. Ferrante, secondo l’indagine, avrebbe così “sfruttato” la sua mansione di addetto alle pulizie per recuperare, con vari stratagemmi, droga e telefonini dai rifiuti.
Il traffico di droga all’interno del carcere di Augusta era fiorente. Il prezzo di un panetto di hashish, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, si attestava tra i 1.500 e i 2.000 euro. Per il pagamento, si sarebbe fatto ricorso a carte prepagate nella disponibilità di complici all’esterno, in particolare la madre e la compagnia di Ferrante e la compagna di Marino. Le tre donne si sarebbero quindi occupate della “contabilità” dell’organizzazione.
Durante le indagini, per tre persone è scattato l’arresto in flagranza per spaccio. Sono stati sequestrati, in diversi momenti, 15 panetti di hashish e diversi telefoni cellulari.
L’attività criminale veniva gestita anche attraverso i cellulari introdotti in carcere. Dotati di sim intestate a persone inesistenti, erano – secondo la Dda – “strumento fondamentale per le quotidiane comunicazioni con l’esterno”.




Frontale in via Politi Laudien, feriti lievi. Chiusura temporanea della strada

Poteva avere conseguenze ben peggiori l’incidente stradale avvenuto poco dopo le 22.30 lungo via Politi Laudien. Secondo una prima ricostruzione si sarebbe trattato di un frontale tra due auto. Le due persone alla guida, una ragazza ed un uomo, sono stati condotti dal personale del 118 in ospedale, per i controlli del caso. La Polizia Municipale, intervenuta sul posto, patla di feriti lievi.
In seguito allo scontro é stato necessario interrompere temporaneamente la percorribilità della strada per procedere alla messa in sicurezza del fondo stradale. A supporto delle attività di gestione della viabilità e per le criticità emerse nella percorribilità dell’area, è intervenuto inoltre personale della Polizia di Stato.
La circolazione ha subito rallentamenti e deviazioni temporanee, in attesa del completo ripristino delle condizioni di sicurezza della sede stradale.




Il Siracusa si morde le mani, in vantaggio con Parigini poi la Cavese lo riacciuffa (1-1)

Il Siracusa esce indenne dalla trasferta di Cava dei Tirreni. Ma deve mordersi le mani per avere subito ancora una volta una rimonta. Al Lamberti finisce 1-1 con gli azzurri (oggi in maglia verde in omaggio alla Patrona Santa Lucia) che masticano amaro. Erano passati in vantaggio in chiusura di primo tempo, poi la rete della Cavese in avvio di ripresa su calcio di punizione. Anche questa volta, come contro Atalanta e Foggia, il Siracusa finisce rimontato. È il secondo pareggio consecutivo per gli azzurri che negli scontro diretti con Foggia e Cavese non sono riusciti a trovare una zampata.
È Carmine Giordano a guidare il Siracusa della panchina, con Turati e Spinelli fermati dal Giudice Sportivo. Formazione ridisegnata, tra squalifiche e indisponibili. In difesa si rivedere Sapola. L’altro lituano, Gudelevicius torna in campo dal primo minuto. In attacco c’e Molina.
Parte meglio il Siracusa. Al 16 la prima conclusione, alta, di Frisenna. Al 18 destro a lato di Parigini. La Cavese prova a farsi vedere con una sortita di Fusco, senza particolari problemi per Farroni. Ma al 26 un problema fisico per Zanini scombina i piani. Prova a stringere i denti ma al 28 deve lasciare il posto a Puzone. E proprio Puzone al 38 va vicino al gol, in un flipper in area campana. In precedenza, brivido per Farroni con Nunziata che calcia di poco fuori. Valente intanto impegna Boffelli su calcio di punizione. Più Siracusa che Cavese, ma sono i campani a sfiorare il vantaggio al 43 con Fusco, Farroni si supera sul colpo di testa. Il primo tempo pare avviato a chiudersi a reti inviolate quando, al 44, c’è un tocco di mano in area della Cavese. L’arbitro non fischia, proteste del Siracusa. La panchina chiede la revisione Fvs. È rigore, batte al 48 Parigini: Boffelli para ma sulla ribattuta, l’azzurro si fa perdonare segnando il gol del vantaggio. Festa per i 28 tifosi siracusani arrivati a Cava. Si va all’intervallo con il Siracusa avanti.
Nella ripresa, Cavese subito battagliera. Orlando impegna Farroni al 51. Ed è la prova generale del pareggio che lo stesso Orlando realizza al 52 su punizione. Il Siracusa accusa il colpo e fatica a riorganizzarsi. Prova a suonare la carica Molina al 59, con un tiro alto dalla distanza. Sessanta secondi dopo, occasione clamorosa per gli azzurri in contropiede. Molina avvia l’azione, cross dalla destra di Valente su cui lo stesso Molina si getta malamente in spaccata, spedendo fuori. Si dispera la panchina del Siracusa, sembrava un gol fatto.
Allora la Cavese capisce che bisogna cambiare qualcosa. Triplo cambio al 61. E 5 minuti dopo, il neo entrato Sorrentino si gira in area con troppa facilità, fortunatamente per Farroni la palla finisce fuori di un soffio.
Servono energie fresche anche per il Siracusa. E Giordano allora gioca la carta Frosali per Ba. All’81, sugli sviluppi di un corner, si reclama un rigore per fallo su un avanti azzurro. Lunga revisione Fvs, nulla da fare: non è rigore. Entrano anche Limonelli e Di Paolo (per Frisenna e Valente) per tenere nei minuti finali. Il recupero è extralarge: 7 minuti. Ma non succede più nulla sino al triplice fischio.




Santa Lucia, il simulacro tra i fedeli. L’arcivescovo: “Luce in anni di moderno paganesimo”

Con una decina di minuti d’anticipo sul programma, alle 15.20 il simulacro di Santa Lucia é uscito dalla Cattedrale, per il primo abbraccio con i siracusani accorsi in piazza Duomo. I berretti verdi hanno condotto a spalla il simulacro direttamente sulla piazza, non essendo possibile per ragioni di sicurezza la sosta sul sagrato a causa deĺle impalcature presenti.
Con Santa Lucia tra la sua gente, l’arcivescovo Francesco Lomanto ha recitato il suo tradizionale discorso dal balcone dell’arcivescovado.
Davanti ad una piazza Duomo carica di emozione, Lomanto ha richiamato attenzione verso un tempo presente divenuto una fase di smarrimento spirituale, segnata da un ritorno a forme di “paganesimo moderno”, fatto di compromessi, relativismo e perdita dei riferimenti essenziali.”Crediamo insieme in Gesù, lo testimoniamo in un mondo che sta precipitando di nuovo nell’abisso del paganesimo. Rimaniamo uniti e ancorati nella fede di Gesù, per affrontare insieme le nuove sfide della storia, seminando il seme della Parola di Dio, affinché germoglino i frutti dell’amore di Dio”, le sue parole che valgono come riferimento all’attualità.
In questo scenario, Lomanto ha indicato con chiarezza la via da seguire, richiamando l’esempio luminoso della patrona siracusana.
“Santa Lucia ha accolto l’insegnamento del Vangelo trasmesso dalla Chiesa e non ha mai ceduto alle lusinghe del paganesimo, mantenendo salda la sua fede in Gesù, senza mai conformarsi alle false dottrine del mondo”. Una testimonianza che non si è fermata alle parole, ma si è fatta vita donata, fino al martirio. Una fede che rifiuta il buio del peccato, il compromesso del malaffare, l’oscurità della violenza e ogni forma di male, per scegliere con radicalità la luce di Cristo.
Nel suo discorso, l’arcivescovo ha poi voluto rievocare il valore e l’attualità della lettera inviata da Papa Francesco alla Chiesa siracusana in occasione della traslazione temporanea del Corpo di Santa Lucia. “Starle accanto, stringerci attorno a lei per ‘stare dalla parte della luce’, rimanere nella luce, sebbene questo ‘espone anche noi al martirio'”. Non un semplice incoraggiamento, ma una chiamata esigente alla coerenza e alla fedeltà.
Da qui nasce anche la consapevolezza – e il legittimo orgoglio – di una Siracusa cattolica che possiede una storia unica e preziosa. “Ci possiamo vantare di aver ricevuto l’annuncio del Vangelo da San Marciano, primo vescovo di Siracusa, inviato da San Pietro, di essere stati visitati dall’apostolo Paolo, di avere come Patrona la gloriosa Santa Lucia, di aver ricevuto il segno inesauribile delle Lacrime della Madonna”. Un’eredità spirituale che diviene motivo di responsabilità.
Ecco allora il senso pieno di un appello alla città e alla Chiesa locale: non disperdere il tesoro ricevuto, ma custodirlo, viverlo e trasmetterlo. Fare della festa di Santa Lucia non solo un evento identitario, ma un impegno concreto di fede vissuta. Perché, in un mondo che torna a smarrire la luce, Siracusa è chiamata ancora una volta a indicarla.




Nuova intimidazione nella notte, bomba carta in via Monteforte

Un altro inquietante episodio intimidatorio a Siracusa. Nella notte, una bomba carta è stata fatta esplodere davanti ad un bar di via Monteforte. Il boato, attorno alle 3, ha svegliato di soprassalto i residenti che, allarmati, hanno contatto le forze dell’ordine. Sul posto, per tutti i rilievi del caso, sono arrivati i Carabinieri. Acquisite anche le immagini di videosorveglianza degli impianti presenti nell’area, alla ricerca di elementi utili alle indagini.
A creare un certo allarme, adesso, è la frequenza con cui stanno ripetendosi simili episodi dopo mesi di calma apparente. La notte precedente, infatti, era stata presa di mira la pasticceria Brancato di via Grottasanta. Il sindaco di Siracusa, a proposito di quell’evento, segnalava come si trattasse di “un segnale del tentativo dei clan di rialzare la testa nonostante la costante azione di contrasto da parte di magistratura e forze dell’ordine”. Parole che oggi suonano quasi come indicative.
Al momento non viene esclusa alcuna pista: dall’intimidazione al gesto isolato, magari per “vendetta” interpersonale.




Bombe carta a Siracusa, cresce la tensione. Cna: “Subito un tavolo in Prefettura”

Dopo le due bombe carta a danni di altrettanti esercenti, Cna Siracusa ha chiesto un incontro urgente al Prefetto. “Siamo profondamente preoccupati per i recenti episodi di intimidazione che hanno colpito diversi piccoli esercenti della città. Il clima di tensione rischi di compromettere la serenità e la sicurezza delle attività economiche locali”, spiegano dall’associazione.
“Riteniamo indispensabile – si legge poi nella richiesta – un confronto immediato con le istituzioni competenti per individuare misure concrete di tutela e prevenzione, al fine di garantire ai nostri imprenditori condizioni di lavoro sicure e rispettose della legalità”.
La richiesta è quella di un tavolo con il Prefetto ed i rappresentanti delle forze dell’ordine, per discutere le azioni da intraprendere e rafforzare la collaborazione tra istituzioni e mondo produttivo. Cna Siracusa “confida nella sensibilità e nell’attenzione delle istituzioni verso una problematica che riguarda l’intera comunità”.




Boati nella notte, commercianti nel mirino. Le reazioni della politica

“A nome mio e di Forza Italia esprimo piena solidarietà alle attività commerciali che, nelle ultime due notti, sono state vittime di due vili episodi. Agli imprenditori coinvolti va la nostra massima vicinanza: rappresentano un presidio fondamentale per l’economia e per il tessuto sociale di Siracusa ed episodi di questo genere non possono che essere fermamente condannati”. Lo dichiara il deputato regionale di Forza Italia Riccardo Gennuso, che si dice dispiaciuto e preoccupato per i due episodi verificatisi nelle scorse notti a Siracusa, con esplosioni all’esterno di due note attività commerciali, una in zona Grottasanta e l’altra in via Monteforte.
“Ribadisco la mia totale fiducia nell’operato delle forze dell’ordine e della magistratura – aggiunge Gennuso – già al lavoro per individuare i responsabili. A loro va il mio sincero ringraziamento per l’impegno quotidiano, svolto con professionalità e dedizione, a tutela della legalità e della sicurezza dei cittadini”.
On. Carta, due atti intimidatori a Siracusa in 48 ore. Solidarietà alle famiglie colpite
Anche il deputato regionale Giuseppe Carta (Grande Sicilia) esprime profonda solidarietà nei confronti delle attività colpite, delle rispettive famiglie e di tutte le cittadine e i cittadini che vivono la quotidianità con preoccupazione per il ripetersi di tali eventi. “La gravità di questi episodi, che seguono a brevissima distanza l’uno dall’altro, non può essere sottovalutata né ridotta a semplice cronaca. Si tratta di gesti intimidatori che colpiscono il cuore della nostra comunità, danneggiano imprese oneste e minano il senso di sicurezza di chi ogni giorno lavora per costruire futuro e occupazione nella nostra città”, afferma Carta. “È inaccettabile che chi mette in atto simili azioni, con ordigni esplosivi in aree urbane frequentate, pensi di poter arrestare la fiducia, l’impegno e la serenità dei siracusani”. Richiamando il valore della collegialità, Carta invita istituzioni, cittadini, commercianti e associazioni a rafforzare un clima di aiuto reciproco, sostegno concreto e collaborazione, affinché nessuno si senta solo di fronte a questi episodi. “La nostra società non si piega davanti alla violenza e alle intimidazioni”, chiosa.
Il parlamentare Filippo Scerra (M5S) parla di “episodi inquietanti, che generano allarme sociale e segnalano una recrudescenza criminale che da tempo era stata arginata. Si tratta di azioni che inquinano il tessuto sano della nostra città”. L’esponente cinquestelle confida nel lavoro delle forze dell’ordine, “certo che sapranno inquadrare e leggere con attenzione questi atti criminali e vili, individuando i responsabili e assicurandoli alla giustizia”.




Santa Lucia, l’ omaggio dei sindaci alla Patrona al termine dei Vespri della vigilia

Celebrati ieri sera in Cattedrale, vigilia della Festa di Santa Lucia, i primi Vespri della Solennità presieduti dall’Arcivescovo Francesco Lomanto e animati dalla Schola Cantorum del Santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa diretta dal maestro Giulio Mirto con all’organo il maestro Stefano Linares. Nel corso della celebrazione, l’Arcivescovo ha benedetto gli scapolari del gruppo dei Devoti e Portatori della Deputazione della Cappella di Santa Lucia e le stole della Corale di Santa Lucia. Al termine della celebrazione, come da tradizione, il sindaco di Siracusa ha offerto un cero votivo e diversi sindaci dei Comuni del territorio hanno presentato un dono rappresentativo del loro territorio. Un momento sempre particolarmente suggestivo. Alla cerimonia hanno preso parte i sindaci di Sortino (Vincenzo Parlato), Lentini (Rosario Lo Faro) Ferla (Michelangelo Giansiracusa anche nel suo ruolo di presidente del Libero Consorzio Comunale) e rappresentanti delle amministrazioni di Augusta, Melilli, Carlentini e Priolo, tutti con fascia tricolore. Tra i doni portati, il miele, lo Spirito dei Fasciddari, i biscotti delle Monache di clausura di Sortino, Saponi e olio del Comune di Melilli, il pane di Lentini, il pane di Carlentini, una scultura del Comune di Augusta.
In serata, anche in questo caso come da tradizione, è stata distribuita la “cuccia” presso la sede della Deputazione,a cura dell’istituto alberghiero Federico II di Svevia di Siracusa.




La Festa di Santa Lucia, alle 15.30 l’uscita del simulacro. Tutte le informazioni

È il 13 dicembre, il giorno più atteso dell’anno per Siracusa. Dopo giorni di preparativi, piazza Duomo è pronta ad accogliere oggi pomeriggio migliaia di fedeli e visitatori per l’abbraccio con la patrona Santa Lucia.
Alle 15.30 l’uscita solenne del simulacro dalla Cattedrale, per dirigersi poi in processione verso la Basilica di Santa Lucia al Sepolcro, nel cuore della Borgata. La prima sosta non avverrà quest’anno sul sagrato, per la presenza delle impalcature sulla facciata del Duomo, ma subito dopo la scalinata. Sarà quello il momento in cui l’arcivescovo Francesco Lomanto leggerà il suo discorso dal balcone, rivolto alla città.
Terminata la lettura, la processione si muoverà verso via Picherali e Passeggio Aretusa. A Porta Marina l’omaggio ai caduti in mare, quindi attraverso via Savoia e largo XXV Luglio l’arrivo in corso Umberto tra due ali di folla che attendono il passaggio del simulacro diretto poi alla Borgata, lungo viale Regina Margherita. In largo Gilippo l’omaggio del coro del Corbino, poi la novità del passaggio in via Agatocle con una breve sosta nei pressi dell’oratorio di via degli Orti, la casa dove pianse il quadretto miracoloso di Maria. A sera ormai inoltrata, ultimo tratto di processione su via Piave prima dell’arrivo in piazza Santa Lucia, lungo via Ragusa. Il simulacro rimarrà in Borgata sino a giorno 20, con il santuario al Sepolcro aperto ogni giorno dalle 7 alle 23, fino all’Ottava. Il fercolo sarà accompagnato lungo un percorso carico di emozione e devozione, nel segno di una tradizione secolare che vede Siracusa unita alla sua Santa. E’ un momento identitario che unisce fede, tradizione e partecipazione popolare riassunto in quel “Sarausana jé!” con cui viene acclamata la Patrona.
Per agevolare gli spostamenti e ridurre il traffico nelle zone interessate dai festeggiamenti, l’assessorato alla Mobilità e Trasporti del Comune di Siracusa ha attivato un servizio di navette gratuite. Dal parcheggio di via Elorina, bus a partire dalle 14:00, con corse ogni 20 minuti verso i Villini di corso Umberto e ritorno; dalle 23:00 alle 02:00 la navetta effettuerà anche il periplo di Ortigia. Dal parcheggio Von Platen bus shuttle gratuiti a partire dalle 14:00 e fino alle 02:00, con frequenza media di corse di 15 minuti da/per i Villini.
Per garantire la sicurezza di cittadini e visitatori, attivato un piano straordinario di Protezione Civile. Saranno oltre 100 i volontari impegnati lungo tutto il percorso della processione, con compiti di presidio, monitoraggio e supporto ai presenti.
Il dispositivo operativo prevede tre postazioni ambulanza e tre defibrillatori in punti strategici oltre ad una centrale operativa mobile in piazza Euripide come base di coordinamento. C’è anche un numero mobile dedicato alle emergenze, attivo per tutta la durata della processione (3520783562), per contattare direttamente la sala operativa della Protezione Civile.
Per garantire ordine e sicurezza lungo il tragitto della processione, a partire dalle 15:00 di oggi sarà vietato lasciare carrellati e mastelli dei rifiuti (sia domestici che commerciali) per evitare ingombri e facilitare lo svolgimento della processione in sicurezza.




“Non fu demansionamento”, respinto ricorso di un dipendente contro il Comune di Noto

Il Tribunale di Siracusa, in funzione di Giudice del Lavoro, ha respinto il ricorso presentato da un funzionario tecnico del Comune di Noto che contestava la riorganizzazione degli uffici municipali disposta dall’amministrazione all’inizio del 2023.
Al centro della vicenda, la soppressione del settore “Smart City”, la successiva redistribuzione delle posizioni organizzative e l’assegnazione al dipendente di un servizio ritenuto di minore rilevanza. Il funzionario aveva pertanto denunciato un presunto demansionamento, parlando di provvedimenti “ritorsivi e discriminatori”, legati – a suo dire – a ragioni politiche e ad una progressiva marginalizzazione all’interno dell’ente.
Nel ricorso, il dipendente del Comune di Noto aveva ripercorso il proprio percorso professionale, evidenziando di aver ricoperto negli anni ruoli di responsabilità in diversi settori strategici, dai lavori pubblici all’igiene urbana. Secondo la tesi difensiva, la scelta del sindaco di sopprimere il settore “Smart City” e di conferire le posizioni organizzative ad altri dipendenti, avrebbe violato il contratto collettivo e la normativa sul pubblico impiego, determinando uno svuotamento delle mansioni e un danno economico e morale. Tra le richieste avanzate anche il risarcimento delle differenze retributive, il riconoscimento degli incentivi legati agli incarichi di Rup revocati e un risarcimento per danno non patrimoniale, quantificato in 50mila euro.
Il Comune di Noto si è costituito eccependo, tra l’altro, l’inammissibilità del ricorso ed il difetto di giurisdizione, sostenendo che le scelte organizzative rientrano nella discrezionalità dell’ente. Ha inoltre evidenziato come il dipendente avesse già promosso un altro giudizio su precedenti incarichi e come le domande risarcitorie fossero prive di adeguata prova.
Il giudice, pur rilevando una carenza di motivazione da parte dell’amministrazione comunale sui criteri seguiti per l’assegnazione delle posizioni organizzative, ha escluso che questo fosse sufficiente a fondare una condanna risarcitoria.
Secondo la sentenza, il dipendente non ha dimostrato che – in caso di corretta valutazione comparativa – avrebbe ottenuto con certezza uno degli incarichi di responsabilità. Mancano infatti elementi oggettivi di confronto con gli altri funzionari, soprattutto quelli di pari categoria, che consentano di affermare un nesso causale diretto tra le scelte dell’ente e il danno lamentato.
Il Tribunale ha inoltre escluso la configurabilità di un demansionamento, ricordando che le posizioni organizzative non comportano un cambio di categoria contrattuale, ma solo l’attribuzione temporanea di funzioni di responsabilità. La revoca o mancata attribuzione di tali incarichi, quindi, non integra di per sé una violazione dell’articolo 2103 del Codice civile. Respinte anche le richieste di risarcimento per danno non patrimoniale.
In conclusione, il Tribunale ha rigettato integralmente il ricorso, condannando il dipendente alla rifusione delle spese legali in favore del Comune di Noto, liquidate in oltre 4.600 euro, oltre accessori di legge.




Partite di pallone a Villa Reimann, gli studenti di Infermieristica: “Noi tuteliamo il sito, altri forse no”

“Gli studenti di Infermieristica collaborano in modo continuo e costruttivo con l’amministrazione comunale nella tutela di Villa Reimann”. A diversi giorni dalla denuncia dell’Associazione Christiane Reimann, che segnalava, attraverso il presidente Marcello Lo Iacono, un utilizzo non consono del giardino da parte di alcuni studenti, che avrebbero giocato a pallone ad anche alla “trinca”, probabilmente utilizzando specie botaniche pregiate come porte per le loro ‘partitelle’, gli studenti fanno alcune puntualizzazioni. “Non ci risulta che l’associazione in questione- si legge in una nota degli studenti- abbia mai segnalato o rimosso banchi o altri oggetti abbandonati, nonostante affermi di occuparsi della tutela del sito, né risulta un contributo concreto alla manutenzione ordinaria della villa negli ultimi anni. Facile puntare il dito contro dei ragazzi, più difficile è rimboccarsi le maniche. Al contrario-replicano gli studenti di Infermieristica- noi stiamo collaborando in modo continuo e costruttivo con l’Amministrazione Comunale, che ha provveduto alla manutenzione del verde e alla pulizia delle aree circostanti e si è attivata con tempestività su richiesta del Corso di studi dando a noi la possibilità di svolgere le attività universitarie in un luogo adeguato alla formazione infermieristica, coerente con la storia e la vocazione sanitaria del lascito Reimann Senza questa presenza e questo supporto, 94 giovani siracusani sarebbero costretti a studiare fuori città, sostenendo enormi costi o rinunciando ai propri sogni”. Subito dopo la prima denuncia, l’associazione Christiane Reimann aveva addolcito i toni della segnalazione, evidenziando come il comportamento errato non riguardasse tutti i 94 studenti ma soltanto qualcuno, poi redarguito dagli stessi colleghi. L’associazione continua, tuttavia, a contestare le scelte del Comune in merito alla gestione del sito, con la chiusura alle visita delle scolaresche e ad altre iniziative culturali, ma consentendone l’utilizzo come sede del corso di laurea.
Gli studenti, tornando all’episodio segnalato da Lo Iacono, chiariscono che “un episodio isolato, dovuto a un atto di leggerezza da parte di uno studente, non ha rispecchiato il rispetto che questo luogo merita. Lo studente si è scusato e ha provveduto personalmente a ripristinare l’area nel giro di pochi minuti. Non giustifichiamo l’atto, non idoneo al contesto, ma riteniamo doveroso precisare che non si tratta di un danno al patrimonio né di un intervento irreparabile, come invece si è voluto far intendere. Un gesto grave, sì, ma non irreparabile e soprattutto subito corretto. Per questo rinnoviamo le nostre scuse a Villa Reimann, alla cittadinanza e all’Amministrazione, impegnandoci affinché simili comportamenti non si verifichino più. Tuttavia, contestiamo fermamente la narrazione proposta da “Salviamo Villa Reimann”.